Lo scorso giovedì 19 gennaio è stato il compleanno di due magistrati indimenticabili e che hanno sacrificato la loro vita per il bene dello stato, come paolo borsellino e Rocco Chinnici. Due figure che hanno cercato di cambiare la Sicilia ed hanno combattuto il fenomeno Cosa Nostra: a Chinnici si deve l'idea del pool antimafia, struttura collaborativa tra i magistrati dell'ufficio, nata soprattutto dopo la morte di due servitori dello stato, come il capitano Basile e il procuratore Gaetano Costa. Hanno fatto parte della sua squadra i giovani magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: quest'ultimo ha definito Chinnici un uomo che aveva la religione del lavoro e la convivenza con il fenomeno mafioso non l'hanno mai scoraggiato, seguendo sempre le proprie idee.
Magistrati come loro non nasceranno più
Il lavoro importante di Rocco Chinnici e della sua squadra ha ottenuto risultati straordinari, racchiusi nello storico Maxiprocesso di Palermo del 1986, che ha visto la presenza di collaboratori di giustizia, tra cui si annovera Tommaso Buscetta, chiamato il Boss dei Due Mondi. La morte di Chinnici nel 1983 ha rappresentato un duro colpo per Paolo Borsellino, legato da una profonda amicizia: insieme all'amico Giovanni Falcone ha avuto un ruolo di rilievo nel Maxiprocesso, che portò all'arresto di numerosi capi- mandamento, tra cui il noto mafioso Michele Greco. Le idee di Falcone e Borsellino sono state ostacolate in diverse occasioni dai piani di Cosa Nostra, che cercava di reggere la situazione, grazie alla collaborazione con gli esattori Salvo e il politico Salvo Lima: gli esiti del Maxiprocesso cominciavano a preoccupare i mafiosi.
L'esempio principale si ritrova nel fatto che il 19 gennaio 1988 sembrava scontata la successione ad Antonino Caponnetto del magistrato Giovanni Falcone, ma la situazione cambiò in modo inaspettato: come ha ribadito lo stesso Borsellino, il Consiglio Superiore della Magistratura gli preferì, con motivazioni risibili, il consigliere Antonino Meli.
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