C'è anche una coppia di romani tra i dispersi dell'hotel rigopiano travolto da una valanga, nel versante pescarese del Gran Sasso. Un pasticcere di 33 anni e la moglie, di 32, infermiera. L'ultimo messaggio postato su un social network risale alle 22,21 di martedì 17 gennaio, località Farindola: "Nevica poco". C'è anche una foto, probabilmente scattata da una finestra: lo sfondo è buio, in primo piano la neve. Ora sullo stesso post si contano oltre duecento messaggi di speranza, lasciati da amici e conoscenti. Su tutti "Forza ragazzi". Qualche ora prima era stata caricata un'altra foto, accompagnata da una sola parola: "Relax".
L’arrivo dei soccorsi
Al momento della tragedia, risalente al tardo pomeriggio di mercoledì 18 gennaio, all'interno dello stesso hotel erano presenti ospiti e dipendenti, a quanto pare complessivamente una trentina di persone, anche diversi bambini. I primi vigili del fuoco sono riusciti a raggiungere l'albergo alle prime luci dell'alba, a bordo dell'elicottero "Drago 52" di Pescara. Inoltre, via terra, una turbina “apristrada” ha consentito ai mezzi di soccorso di raggiungere la zona interessata. Sul posto, fra le macerie, in uno scenario apocalittico, operano tuttora diverse squadre di vigili, esperti del Nucleo di ricerca "Usar".
Le prime ricostruzioni
Mercoledì, secondo le prime ricostruzioni, poche ore prima che la valanga si abbattesse sul Rigopiano, in molti avrebbero preparato le valigie per lasciare l'albergo.
E sarebbe stato chiesto l'intervento di uno spazzaneve. In pochi istanti quello stesso luogo definito incantevole, da quanti in passato avevano avuto la possibilità di frequentarlo, si è trasformato in un inferno. In due si sono salvati in extremis, perché si trovavano all'esterno, e sono riusciti a lanciare l'allarme
Operazioni difficili
Alto il livello di difficoltà delle operazioni di soccorso: le vie di comunicazione con l'hotel sono state rese impraticabili, in gran parte, dalla valanga.
Le ricerche non si fermano, quattro i corpi rinvenuti finora. Il numero dei dispersi resta incerto. All’hotel Rigopiano c'erano anche giovani coppie di fidanzati; una famiglia di Osimo: un quarantenne, la consorte e un bambino; una coppia di Castignano, nell'Ascolano; un cinquantenne e la moglie, entrambi parrucchieri, di Castel Frentano, in provincia di Chieti; la moglie e i due figli di uno dei superstiti; diversi dipendenti della struttura, un trentenne ternano, un altro di Pioraco, nel Maceratese, una cuoca ventiduenne di Archi, in Val di Sangro, Chieti, e altri.
I messaggi di speranza sulle pagine social
Centinaia di messaggi sulle pagine social di un massiccio numero di dispersi. Si chiedono notizie e s'invocano grazie, ma col passare delle ore si assottigliano sempre di più le possibilità di trovare superstiti sotto la neve e le macerie. Si teme che il numero dei morti possa salire ancora, mentre i soccorritori continuano a lavorare pure di notte. E sono loro i primi a credere che ci sia ancora qualcuno in vita sotto i resti del Rigopiano.