Il Centro Italia è tornato a tremare dopo solo cinque mesi dai due terremoti che lo avevano dilaniato nella sua antica identità. Quando è venuto giù il campanile della chiesa di Sant’Agostino ad Amatrice, la volontà di non mollare ha lasciato spazio a una fisiologica rassegnazione. Quattro sono state le scosse da incubo con epicentro tra le città di L’Aquila e di Rieti (alle 10,24; alle 11,14; alle 11,25 e alle 14,33), ma che sono state avvertite indistintamente anche a Firenze, Roma e Napoli. Quattro schiaffi decisi, intensi, ravvicinati, dalla magnitudo ampiamente superiore ai cinque gradi.
Le condizioni climatiche avverse hanno fatto il resto mettendo in ginocchio le popolazioni di Emilia, Abruzzo, Umbria e Marche in particolare, ed esasperando uno stato d’emergenza già denunciato negli scorsi giorni. Fa freddo, troppo freddo per poter reagire. La neve è caduta ininterrottamente nelle ultime ore isolando ogni possibile via di fuga. La macchina dei soccorsi si è mossa subito ma ha dovuto a tratti arrendersi alla natura che ha sepolto di bianco ogni interstizio.
Il dramma e il dolore
La disperazione delle popolazioni strette nella morsa tra la neve e il terremoto si rispecchia nelle considerazioni del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. “Non so se abbiamo fatto qualcosa di male, me lo chiedo da ieri, prima due metri di neve ora il Terremoto”.
In numerosi centri dell’Abruzzo, come se non bastasse, il gelo e le precipitazioni intense hanno danneggiato le condutture elettriche facendo piombare oscurità e freddo nelle abitazioni. Ancor peggio è andata a coloro che sono rimasti letteralmente intrappolati in casa, con la neve a fungere da tappo impenetrabile con il mondo esterno.
La priorità dei soccorritori, proprio in tal senso, resta quella di liberare le strade con le turbine giunte sul posto da ogni angolo del Nord Italia. I governatori e i sindaci delle Regioni colpite avevano infatti invocato a gran voce l’invio di altri mezzi speciali. Una richiesta subito recepita dal governo di Paolo Gentiloni che, di concerto con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha rafforzato l’impegno dell’esercito per “garantire la massima presenza e prossimità dello Stato nei luoghi già colpiti dal sisma e interessati dalle nuove scosse”.
Un fenomeno anomalo
A dispetto dell'iniziale ottimismo il bilancio è di due vittime, ma è destinato a mutare a causa delle decine di dispersi all'interno dell'Hotel Rigopiano travolto da una valanga. Lo sciame sismico che ha colpito per quattro volte il Centro Italia nella giornata di ieri ha causato pochi crolli, in gran parte residui strutturali già pericolanti dopo il terremoto del 24 agosto scorso. Resta comunque intatta l’anomalia di un evento che mai prima d’oggi si era scatenato con una simile portata. A confermalo all’Ansa è stato Alessandro Amato, sismologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia (Ingv): “La successione di quattro scosse superiori ai cinque gradi di magnitudo è un fenomeno nuovo nella storia recente per le modalità con le quali si è manifestato”.
Solidarietà e sostegno incondizionato al nostro Paese sono stati lanciati dall’Europa. Angela Merkel (impegnata con Gentiloni a Berlino nelle ore del terremoto ndr) si è detta disposta “a qualsiasi tipo di aiuto”. Parole importanti sono arrivate anche dal presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker: “Come avvenuto per l’immigrazione l’Italia non verrà lasciata sola, siamo tutti italiani”.