Una 12enne di Terni è stata stuprata da un amico di famiglia 31enne e, successivamente, è rimasta incinta. La gravidanza è stata scoperta quando la bambina è stata condotta dai genitori in ospedale per alcuni controlli. I medici hanno subito accertato lo stato interessante della minore. La piccola non ha potuto neanche abortire perché era al quarto mese di gravidanza. Erano state superate, dunque, le 12 settimane entro le quali, per la legge, è ammessa l'interruzione della gravidanza in presenza di determinate condizioni.

Il piccolo nato dopo lo stupro è stato affidato ai servizi sociali

Il 31enne straniero ha tradito la fiducia dei suoi amici e, approfittando della loro assenza, ha violentato la ragazzina. Questa, dopo un po', ha scoperto di essere incinta ed è stata costretta a portare a termine la gravidanza. Il piccolo è venuto al mondo diversi mesi fa e ora è assistito dai servizi sociali, in attesa che venga adottato da qualcuno. Lo stupratore straniero è stato messo in manette dagli agenti della Squadra mobile, che hanno eseguito un'ordinanza cautelare emessa dal gip Bona Galvagno. I poliziotti sono riusciti a risalire al violentatore grazie alle testimonianze dei genitori, degli amici e dei parenti della minorenne.

L'uomo è accusato di aver abusato sessualmente di una 12enne.

La ragazzina voleva abortire

Quando, nel 2015, la piccola e i genitori si erano presentati in ospedale per l'interruzione della gravidanza, i medici gli fecero presente che era impossibile abortire perché erano state superate le 12 settimane di gestazione. La minorenne dovette quindi portare a termine la gravidanza, ma da quel momento la Squadra mobile iniziò a compiere le indagini.

I poliziotti impiegarono poco tempo a capire che lo stupratore era un amico di famiglia, incensurato e residente a Terni. I poliziotti, coordinati dal vicequestore aggiunto Alfredo Luzi, hanno constatato che lo stupro è avvenuto tra le mura domestiche. L'orco conosceva bene i genitori della sua vittima. La bambina è stata stuprata e poi minacciata di non raccontare a nessuno quello che era successo. Quel muro di silenzio, però, è crollato durante gli esami all'ospedale.