Venerdì 10 febbraio è stato trovato a terra in una pozza di sangue il parroco Don Roberto Feletto. Quando i carabinieri l'hanno trovato, il parroco è stato in grado di segnalare l’arma del delitto e di dare nome al suo aggressore prima di restare senza sensi. Si chiama Massimo Giuliano, di anni 33, l'uomo fermato venerdì, con l’accusa di tentato omicidio del parroco di Rivalta Bormida Don Feletto.
Cosa è successo?
Sono stati alcuni vicini del parroco che hanno sentito delle urla provenire dalla canonica e hanno avvertito subito i carabinieri. Quando sono arrivati alla parrocchia hanno trovato Massimo Giuliano nel cortile della canonica che fingeva di curare le piante.
Quando i carabinieri hanno domandato a Massimo cosa faceva, lui ha dichiarato di "essere stato chiamato da don Roberto per prendersi cura del giardino". Gli agenti della legge però hanno notato subito che l'uomo aveva i vestiti e le scarpe macchiate di sangue. Massimo è stato arrestato immediatamente per accertamenti.
L'arma del delitto
E’ stato il manico di legno di una accetta l’arma usata per colpire il parroco con violenza e ripetutamente alla testa, attorno al collo ci sono i segni di un tentato strangolamento. Fino ora l’aggressione non ha un movente. All'interno della canonica i carabinieri hanno trovato in diverse stanze tracce di sangue, come se si fosse stata una lotta fra i due uomini.
Sono stati gli specialisti del Nucleo radiomobile di Acqui Terme a recuperare il manico dell'accetta e a rilevare le tracce ematiche, operazione che permetterà di ricostruire con precisione l'accaduto. L’anziano parroco di Rivalta Bormida Don Roberto, si trova ricoverato all’ospedale di Acqui Terme (prov. Alessandria) da venerdì mattina con prognosi riservate per un trauma cranico.
Per capire il motivo di questa terribile aggressione i carabinieri dovranno aspettare il risveglio di Don Roberto, per una sua testimonianza dei fatti. Invece il 33 enne è già stato interrogato in caserma e condotto presso la Casa Circondariale di Alessandria.