Morire a 31 anni per un aneurisma. Maerne e Venezia sono scosse per l'improvvisa morte di Monia Benato, una trentenne al quinto mese di gravidanza. La donna, commessa da Hermes, a Venezia, ha iniziato ad avvertire un forte mal di testa. Poi la situazione è precipitata. Vano il tempestivo trasporto all'ospedale e l'intervento dei medici. Questi non sono stati in grado neanche di salvare la vita a Edoardo, il bimbo che Monia aveva in grembo. Una storia triste, un brutto scherzo del destino che ha gettato nello sconforto Jacopo, il compagno della Benato, e tutti quelli che conoscevano la solare commessa di Hermes.

Monia ha iniziato a vomitare

Tutto è iniziato con una forte emicrania. 'Mi sento la testa scoppiare', avrebbe detto Monia prima del ricovero in ospedale. Un aneurisma cerebrale, improvviso, l'ha stroncata. Deceduto anche il bimbo che aspettava, il piccolo Edoardo. La Benato conviveva da tempo a Sant'Elena insieme al compagno, Jacopo Collavini. Questo, gondoliere veneziano, ha rivelato che, verso le 3 di notte, Monia si è svegliata ed ha iniziato a dare di stomaco. Pensava che fosse normale, visto il suo stato interessante; invece dietro a quei conati di vomito c'era qualcosa di molto grave: un aneurisma cerebrale. Le esequie si svolgeranno domani, 18 febbraio 2017, a Venezia. Jacopo non immaginava che, all'improvviso, sarebbe rimasto solo in quella casa dove, da tempo, conviveva con la trentenne.

Quel malessere non era dovuto alla gravidanza

Secondo una prima ricostruzione, Monia Benato, la scorsa settimana, stava scambiando qualche chiacchiera col compagno. Era notte, l'unico momento della giornata in cui, nella frenetica società attuale, si può conversare tranquillamente col proprio partner. La trentenne, improvvisamente, dice di sentire un forte mal di testa; poi inizia a vomitare e sviene.

Jacopo ha subito contattato gli operatori del 118 e il padre. Una volta arrivato sul posto, il personale sanitario ha constatato che il malessere della donna non era dovuto alla gravidanza. Monia è stata subito trasportata all'ospedale di Venezia; poi a quelli di Mestre e Padova. I medici, però, non hanno potuto salvare nemmeno il feto. Un'altra giovane vita che scompare repentinamente.