Secondo il "Rapporto Italia 2017" promosso nella fine di gennaio da Eurispes, più della metà degli italiani non è soddisfatto del servizio che riceve negli ospedali.

Liste d'attesa lunghissime

Il 75% degli italiani dice di essere stufo delle lunghe liste d'attesa per visite mediche ed esami clinici e il 53,2% ha affermato di aver aspettato troppo per sottoporsi ad interventi chirurgici.

Più della metà degli italiani, secondo il sondaggio "Rapporto Italia 2017", non si ritiene soddisfatto del servizio che gli viene offerto dalla sanità italiana, troppe code per prenotare una radiografia, troppe attese per una visita dall'otorino e così via.

Ci siamo chiesti se per caso esiste un metodo per evitare queste lunghissime liste di attesa. Ne è emerso che, secondo la legge, gli ospedali sono tenuti a dare comunicazioni ai pazienti sui tempi massimi in cui verrà fornita la prestazione richiesta.

Se il limite di tempo non viene rispettato, l'Ospedale dovrà obbligatoriamente fornire al paziente, la disponibilità di svolgere la prestazione in intramoenia con il pagamento del ticket.

Non più di 180 giorni di attesa

Secondo il piano nazionale della sanità pubblica, un cittadino italiano non deve aspettare più di 180 giorni per la prestazione richiesta. Tra i 30 e i 60 giorni di attesa invece, per le prestazioni specialistiche e gli esami strumentali.

Nel caso in cui l'ospedale non rispettasse questi tempi di attesa, secondo il decreto legislativo 124 del 1998, "si può chiedere che la prestazione venga intrapresa in attività libero professionale intramuraria".

In questo caso, il costo della visita richiesta verrà addebitato alla Asl di appartenenza e non al richiedente e se l'ospedale non è in grado di fornire una data per la prestazione intramoenia, allora il cittadino potrà rivolgersi ad un privato per effettuare la visita e poi, dimostrato il beneficio di essa, richiedere un rimborso del prezzo pagato.

Se invece, la visita richiesta non è poi così urgente, non vi rimane che aspettare la lunga lista d'attesa.