Nel tragitto da casa a scuola un gruppo di studenti prende di mira un compagno di classe con sindrome di down. Dallo scherno alla violenza fisica il passo è breve ed è ripetuto fino a diventare una deprecabile abitudine. La vittima è un diciottenne di Ancora iscritto all'Istituto Alberghiero di Loreto che raggiunge con i mezzi pubblici. Ed è proprio al capolinea degli autobus che avviene l'episodio più grave. Una storia tristemente simile a tante altre ed è per questo che passerebbe inosservata se non fosse per la reazione dell'intero Istituto.

Una catena umana per solidarietà

Contrariamente a quanto spesso accade nessuno minimizza l'accaduto. I docenti e gli studenti si stringono attorno alla vittima organizzando una catena umana all'ingresso alla scuola, in segno di solidarietà. Una reazione diversa da quanto siamo soliti ascoltare e leggere su televisioni e giornali, che non stupisce perché nell'Istituto Nebbia la presenza di alunni disabili non è una novità. La scelta di seguirli, dando loro possibilità che difficilmente troviamo in altre scuole, ha portato alla creazione di una coop interna che ha il compito di gestire la vendita di snack e merendine nella ricreazione. Il profitti ottenuti servono a finanziare altri progetti sociali.

Ma non solo. Gli insegnanti di sostegno hanno creato una seconda cooperativa per aiutare i ragazzi diplomati a inserirsi nel mondo del lavoro. Per farlo è stato preso in gestione un ristorante nel quale lavorare e fare esperienza.

"Un gioco" ingiustificabile

I responsabili dell'aggressione, subito individuati e denunciati ai Carabinieri, hanno minimizzato l'accaduto parlando di "un gioco".

Una giustificazione che non regge perché accanto alle violenze verbali e fisiche si aggiungono le ustioni provocate con un accendino. Anche per questo alunni e docenti dopo essersi riuniti in assemblea hanno deciso di organizzare un corteo di solidarietà che coinvolga anche altri istituti scolastici del comprensorio. Per isolare gli aggressori e ribadire la piena solidarietà al giovane studente e alla sua famiglia.