Venerdì scorso sono riprese le azioni militari in Donbass, con l'esercito ucraino che è avanzato nel territorio dei ribelli, conquistando un avamposto importante e avanzando per circa 200 metri, per poi essere respinto nella giornata di domenica. Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto una conferenza stampa, durante la quale ha spiegato i motivi della ripresa del conflitto, inasprendo ancor di più i rapporti con l'Ucraina. Il leader della Federazione Russa ha affermato che l'Ucraina ha bisogno di finanziamenti da parte dell'UE e, il modo più semplice per ottenerli, è quello di passare come vittima di un'aggressione da parte dei ribelli.

Putin ha anche aggiunto che, per Kiev, questo è il metodo più efficace per riallacciare i rapporti con gli USA poiché, dopo aver appoggiato apertamente la Clinton, un conflitto è un buon pretesto per far sì che gli Stati Uniti tornino ad interessarsi alla questione ucraina. Infine il presidente russo ha dichiarato che in Ucraina le opposizioni sono avanzate in seguito ai fallimenti nel settore economico e in quello sociale e, di conseguenza, non c'è motivo migliore di un conflitto per far sì che il popolo si unisca al loro governo. I patti di Minsk si sono rivelati un fallimento, e proprio il ministro degli esteri russo ha dichiarato che la rottura degli accordi avrà ripercussioni gravissime sulle operazioni militari.

Poroshenko vuole la tregua

Nel pomeriggio di martedì 7 febbraio, il presidente ucraino Poroshenko ha avuto un colloquio telefonico con il presidente slovacco Kiska, soffermandosi in particolare sull'emergenza umanitaria presente in alcune città che si trovano lungo l'area in cui stanno avvenendo gli scontri, come ad esempio Avdiivka, dove circa 20mila persone sono soggette a continue interruzioni di acqua, luce e riscaldamenti.

Kiska ha rinnovato il suo appoggio morale all'Ucraina, sottolineando di non essersi dimenticato della vecchia amicizia che lega i due popoli.

Una guerra di stazionamento

Inizialmente i media si sono soffermati molto nel riportare tutte le tappe del conflitto ma, da un po' di tempo, hanno smesso di dare eco a questa guerra, non perché si sia conclusa, ma perché attualmente i due schieramenti stanno dando vita a delle schermaglie, con perdite che vanno dai due ai tre uomini al giorno.

La resistenza è molto forte, e ormai Kiev non ha molte possibilità: o riconosce le Repubbliche popolari della NovoRussia, o deve porre fine alla guerra di posizionamento che ha contraddistinto questa parte del conflitto, scatenando così l'ennesima, inutile, carneficina.