Nel bel mezzo della nuova congiuntura internazionale dovuta all'elezione di Donald Trump e alle sua parole sulla Nato, arriva una brutta notizia dall'Ucraina. Durante la notte tra il 30 e il 31 gennaio sono riprese le ostilità belliche tra i militari ucraini e i separatisti dell'autoproclamata repubblica di Donesk, nei pressi del Bacino del Donec. Le agenzie riportano parole pesanti come 'combattimenti', 'bombardamenti', 'morti' e 'feriti'. Gli scontri si stanno verificando in una zona industriale del Donbass, Avdiivka. Dalle truppe ucraine la denuncia di tre soldati morti e venti soldati feriti, mentre i miliziani filorussi di Donesk dicono di aver perso quattro militari, ma ci sarebbero altri sette feriti.
A Kiev arriva Petro Poroshenko, la situazione è grave
Il leader ucraino Poroshenko in questi giorni era a Berlino a colloquio con Angela Merkel, proprio per trovare soluzioni allo strisciante conflitto. Rientrato a Kiev, il leader ha appreso di una situazione grave, un vero e proprio disastro umanitario nei pressi di Avdiivka. Una notizia da verificare è quella riguardante ben 203 minatori che sarebbero intrappolati in una miniera del Donbass. Questo a seguito di alcuni bombardamenti dell'esercito ucraino che hanno interrotto l'alimentazione di energia elettrica alla miniera. Tale notizia arriva dagli ambienti ministeriali dei separatisti. A Berlino, Angela Merkel si era detta molto preoccupata della situazione nell'Est dell'Ucraina, e purtroppo ventiquattro ore dopo la situazione volge al peggio.
Violato l'accordo di Minsk voluto da Petro Poroshenko
Gli scontri nel Donec spazzano via l'intesa del 5 settembre scorso, nota come accordo di Minsk. L'impianto dell'accordo tuttavia era stato costruito da Petro Poroshenko a giugno 2016. I due eserciti avevano deciso di scambiare tutti i prigionieri. Un altro punto fermo doveva essere il ritiro di tutti gli armamenti pesanti dal Donec, e l'apertura di corridoi per il soccorso umanitario.
Poroshenko aveva anche garantito, per legge, la possibilità di parlare il russo nella regione, con l'evidente intento di rabbonire l'azione dei filorussi e far cosa gradita a Putin, che sembra creare ogni giorno un asse sempre più stretto con Donald Trump.