Succede a Torino. La vittima, una ragazza minorenne violentemente stuprata per mesi interi. Un sedicente stregone di 69 anni, insieme ai suoi complici, un uomo di 73 anni e un ragazzo di 22, sono stati arrestati dalla squadra mobile di Torino per violenza di gruppo. I fatti risalgono al 2014 e a tratti risultano agghiaccianti. Sottomissione fisica e mentale ai danni di una povera ragazza che probabilmente era confusa e destabilizzata. Una ragazza giovane e ingenua in cerca di una soluzione ai suoi problemi. I "riti di purificazione" del santone avrebbero dovuto liberare la ragazza da ogni male e da ogni oppressione, le cose però non sono andate come previsto.

"Violentata, umiliata e narcotizzata"

Durante le sedute spiritiche la giovane è stata brutalmente violentata, sodomizzata e a volte anche drogata con potenti narcotici. In manette sono finiti il mago, Paolo Meraglia, insegnante ormai in pensione. L'uomo era convinto di essere "il prescelto", aveva convinto la ragazza di essere vittima di "forti negatività" e di doversi sottoporre necessariamente a riti di purificazione. Questi riti consistevano in pratiche di "magia", attraverso le quali la ragazza veniva brutalmente stuprata, anche in gruppo, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Il tutto avveniva in una mansarda del quartiere torinese di San Donato, dove si consumavano le sedute. In manette anche il complice, Biagino Viotti, 74 anni, insieme al fidanzato 22 enne della giovane donna.

Le indagini hanno fatto luce su una vera e propria organizzazione esoterica, con a capo proprio il mago Paolo Meraglia, sotto la sua "gerarchia" c'erano le cosiddette "vestali", donne come la ragazza che ha sporto denuncia, donne da offrire in "sacrificio" sulle quali venivano compiute vere e proprie rappresaglie di violenza, condite da efferate violenze sessuali al limite dell'immaginazione.

Gli agenti non escludono che ci siano altre donne vittime del raggiro e stanno valutando anche le posizioni di altri partecipanti. Le indagine sono coordinate dal pm Marco Sanini e Fabiola D'Errico e sono partite grazie alla denuncia della studentessa che si è rivolta al Centro Antiviolenza del Comune. "All'inizio mi fidavo, era così gentile, così convincente.

Pensavo potesse risolvere qualsiasi mio problema, ci credevo davvero. Ad un certo punto è diventato tutto un incubo e non ce la facevo più ad uscirne", queste le parole della donna durante l'interrogatorio.