Una domenica diversa, significativa, che ha comunque trasmesso un messaggio, positivo o negativo che sia. Una giornata caratterizzata dall'ondata di proteste che ha investito diverse città della Russia, Mosca in primis. Lo scopo delle manifestazioni era quello di condannare gli alti e insostenibili livelli di corruzione del Paese. Diversi i riferimenti diretti contro il primo ministro Dimitri Medvedev, accusato di aver indebitamente accumulato in questi anni ricchezze quali yacht e ville lussuose sulle spalle dei contribuenti. Ma anche Vladimir Putin è stato messo alla gogna.
Eventi di questo tipo non si verificavano in Russia dal biennio 2011-2012. In quel caso, il governo russo aveva reagito inasprendo di parecchio le leggi che regolano il diritto di manifestare a disposizione dei cittadini, facilitando così gli arresti da parte delle forze dell'ordine.
Centinaia gli arresti
I comizi e le manifestazioni di protesta si sono svolti in tutto il Paese, non solo a Mosca, anche se nella capitale, com'è logico che sia, ci sono state le concentrazioni più importanti e numerose. I movimenti si sono fatti sentire anche a San Pietroburgo, a Tomsk, Vladivostok, Krasnoyarsk. Centinaia di persone sono state arrestate dalla polizia, che ha represso con forza ogni tipo di manifestazione.
Finito in manette anche Alexej Navalny, dissidente-blogger che viene considerato da anni come il più grande oppositore di Putin. Secondo quanto riferito dalle forze di polizia di Mosca, alla manifestazione che ha avuto luogo nella centralissima Piazza Pushkin avrebbero preso parte all'incirca 8mila persone. Tuttavia, per gli organizzatori i partecipanti sarebbero stati all'incirca 20mila.
Evidente la disparità numerica. Navalny da tempo denuncia la posizione del primo ministro Medvedev, fedelissimo di Putin, considerato per l'appunto tra gli uomini più corrotti dell'establishment russo.
Condanne da tutto il mondo
Durissime e unanimi le condanne internazionali arrivate contro la repressione che ha avuto luogo nella giornata di ieri in Russia.
Gli Stati Uniti hanno condannato con fermezza gli arresti, chiedendo al governo russo di rimettere immediatamente in libertà le centinaia di manifestanti arrestate. Questo è quanto affermato in via ufficiale da Mark Toner, portavoce del dipartimento di stato Usa. Sulla stessa lunghezza d'onda la presa di posizione dell'Unione Europea, che si è detta indignata rispetto all'impedimento verificatosi ieri in Russia di esercitare le libertà fondamentali, fra cui libertà di associazione e di espressione. Arriva invece il plauso di Matteo Salvini a Putin; il leader leghista ha parlato di montatura mediatica ad arte e di manifestazioni non autorizzate dal governo.