Ogni giorno migliaia di migranti, tra i quali uomini, donne e bambini si avventurano in viaggi "di fortuna" per raggiungere un posto più sicuro o migliori condizioni di vita .

Questi viaggi sono sempre molto rischiosi, non sempre terminano nel migliore dei modi e spesso finiscono in vere e proprie tragedie .

Accade anche questa volta, al largo della Libia.

C'è stato un ennesimo naufragio sulle coste della libia accaduto il giorno 3 marzo che ha portato, anche questa volta, alla perdita di altre vite umane. Un gruppo di migranti , aventi anche nazionalità differenti, sono partiti nella notte del 3 marzo, intorno alle ore 01.00 per affrontare un viaggio dal distretto di Tajura ( oasi costiera della Libia che si trova a una dozzina di chilometri a est da Tripoli) per giungere fino a Tripoli a bordo di un'imbarcazione.

Dopo poco meno di 12 ore la Guardia Costiera libica ha ricevuto una chiamata d' emergenza e si è recata immediatamente sul luogo per dare soccorso. Arrivati sulle coste della Libia, gli uomini della Guardia Costiera, hanno fatto il possibile e sono riusciti a trarre in salvo la maggior parte dei migranti.

Tratti in salvo 115 migranti, tra i quali sei donne, visitati e portati su terra ferma.

Purtroppo, nonostante le ore di impegno e di ricerca da parte della Guardia Costiera, ci risultano ancora più di 25 migranti dispersi in mare; non è nota la presenza dei bambini.

Per quanto riportato dalla Guardia Costiera libica, ad avventurarsi in mare, su un' imbarcazione non idonea per un viaggio del genere, sarebbero stati donne e uomini; per un totale di 140 vite umane in cerca di condizioni economicamente e socialmente migliori.

Dopo un accurato controllo da parte della Guardia Costiera libica si è riscontrato che l'imbarcazione poteva sopportare un carico non superiore alle 100 persone. Si pensa sia stata proprio questa la motivazione del naufragio sulle coste della Libia. La piccola imbarcazione infatti era in sovraccarico: con 40 persone in più rispetto al carico massimo prestabilito .