Nel 1968 Guido Tersilli, storico personaggio de Il medico della Mutua interpretato da Alberto Sordi, faceva ridere e indignare allo stesso tempo. Tra casi di malasanità e corruzione, l' Albertone nazionale voleva sottolineare già da allora un sistema che stava pian piano andando alla deriva. Le discussioni sul sistema sanitario nazionale non sono di certo recenti, ma almeno in quella finzione scenica il medico in questione lavorava, o ancor meglio lavorava troppo.

Il vile denaro sembrava essere il filo conduttore di un' epoca apparentemente lontana, ma mai così realmente vicina a quanto sta accadendo oggi nei nostri ospedali.

Tra assenteismo e malasanità il problema dilaga ed aumenta, senza mai trovare una soluzione. E guai a chiamarlo cane che si morde la coda: qui siamo davanti ad un vero e proprio modo di fare tutto italico, per giunta giustificato da altre ruberie. Perché è troppo facile ammettere le proprie colpe e alzare la mano, riconoscendo di essere stato un "bischero", come direbbero in Toscana. Meglio continuare a giustificarsi all'infinito. Tanto c'è sempre quello che si comporta peggio.

Tommaso Ricozzi, il tennista che preferisce il furbetto del cartellino

Il blitz dei carabinieri del nucleo NAS nell'ospedale Loreto Mare ha suscita l'indignazione di tutta la Penisola. Ben novantaquattro indagati che facevano tutto tranne che lavorare.

Lo stesso Tommaso Ricozzi andava a giocare a tennis: dal camice bianco al completino candido, per coltivare una passione e un talento nascosto tra i corridoi di un ospedale pieno di questi casi. Chef in un resort, spese e "gironzolamenti" vari. Qualche giorno prima del blitz, lo stesso Ricozzi era stato intervistato da Nemo - Nessuno escluso.

Lo stesso tennista provetto aveva spiegato che paradossalmente era meglio un assenteista che lavora quattro ore fatte bene piuttosto che qualcuno che ciondola per i corridoi. Punti di vista e priorità, da riguardare assolutamente.

Tra colpe rimpallate e malasanità

Ma oltre al problema del furbetto del cartellino, bisogna evidenziare un aspetto fondamentale: il cittadino e tutto ciò che ruota intorno ad esso.

Il medico rimpalla le colpe ad un Governo assente, il Governo vuole il pugno duro su chi continua ad assentarsi. Quindi la questione si sposta sulla presenza o meno di figure professionali in grado di dare ad ogni singolo cittadino il diritto di potersi curare. Ma come in ogni questione tricolore, lo scaricabarile supera di gran lunga il calcio come sport nazionale e a rimetterci è solamente chi non ha nemmeno il privilegio di potersi ammalare.

Siamo arrivati ad un punto in cui oltre a non avere più fiducia nelle istituzioni politiche, non abbiamo fiducia in nulla, nemmeno in quella categoria in cui riponi tutto quando la situazione non è delle migliori. E tra cartellini timbrati con ore fittizie e colpe che vengono rimpallate come se fossimo su un campo da tennis, la domanda sorge spontanea: quando finirà questo atteggiamento di dover per forza raggirare il prossimo?

Riusciremo mai a capire che ogni azione del singolo può portare a conseguenze disastrose per l'intera comunità? Ai posteri l'ardua sentenza e che la salute sia sempre dalla nostra parte. In caso contrario, anziché recarvi in ospedale potrete andare a vedere una partita di tennis. Lì avrete più possibilità di trovare un medico che faccia al caso vostro.