Ancora una provocazione del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Alle 7 del mattino (ora locale, circa le 23 in Italia) ben quattro missili balistici sono stati lanciati dalla regione occidentale di Tongchang-ri, al confine con la Cina, in direzione Est. Gli ordigni, dopo aver compiuto una traiettoria di circa 1000 chilometri, sono caduti in acque definite di 'competenza economica del Giappone'.
Si tratterebbe di missili balistici, in grado quindi di compiere una traiettoria autonoma, raggiungendo anche quote elevate. Subito avvistati dalla Difesa giapponese, si è riusciti a seguirne tre.
Ancora indefinibile il percorso dell'altro ordigno.
Le minacce e le promesse di Kim Jong-un
Torna quindi a far parlare di sé Kim Jong-un, che, in un crescendo di provocazioni, rappresenta sempre più una minaccia per Tokyo e per la Corea del Sud. Dopo il lancio a febbraio dell'ultimo missile, il leader nordcoreano sembra voglia tener fede alle promesse fatte al suo popolo, nel corso del suo discorso di Capodanno: creare una superpotenza che dall'Oriente sia in grado di dominare il mondo.
Gli ordigni lanciati ieri notte, decisamente più potenti di quello lanciato a febbraio scorso, in grado di percorrere solo 600 km, creano uno stato di allarme e il vicino Giappone, ormai bersaglio usuale della Corea del Nord, assiste con apprensione a simili esperimenti.
Preoccupa anche il fatto che, a distanza di pochi minuti, siano stati lanciati ben quattro vettori, il che attesta il progresso compiuto dai nordcoreani nell'ambito del proprio progetto.
Le reazioni
Scontata e immediata la reazione del giapponese Shinzo Abe, che, con una protesta formale, ha manifestato lo sdegno della sua Nazione.
Ma anche la Cina ha espresso tutto il suo rammarico. Del resto già da febbraio, dopo il lancio dell'altro missile, Pechino aveva vietato importazioni di carbone dalla Corea del Nord. Si attendono anche le reazioni di Trump che, in un primo momento, forse troppo fiducioso delle sue capacità diplomatiche, si era dichiarato pronto a incontrare Kim Jong-un, convinto di poter risolvere con un colloquio amichevole ogni problema e ogni tensione nei rapporti tra Usa e Corea del Nord.
Al momento, però, il Rispettato Maresciallo nordcoreano continua il suo percorso, mostrando il potere crescente del suo piccolo Stato, un potere forse sottovalutato dalle precedenti amministrazioni statunitensi.