Alla fine a Napoli la manifestazione anti-Salvini si è tramutata in vera e propria guerriglia urbana. Quarantacinque minuti di battaglia tra manifestanti e forze dell'ordine, con lanci di sassi, di molotov, e lacrimogeni; un quartiere, quello di Fuorigrotta, sotto assedio; cittadini nel panico; macchine devastate; segnali stradali divelti; cassonetti bruciati. E a scontri terminati, tre persone arrestate, tre denunciate tra gli attivisti dei centri sociali, e 34 ferite (28 tra poliziotti e carabinieri, 6 tra i manifestanti).

Il giorno dopo gli scontri provocati a Napoli dalla presenza di Salvini che ha tenuto un comizio alla Mostra d'Oltremare, il sindaco Luigi De Magistris si difende dalle accuse di aver fomentato i violenti.

A puntare il dito contro di lui ieri, dal palco del Lingotto di Torino dove ha parlato in occasione dell'ultima giornata della convention del Pd in vista delle primarie, l'ex premier Matteo Renzi.

Secondo il primo cittadino di Napoli, il corteo contro il leader della Lega è stato, in massima parte, pacato, colorato, "un fiume di diecimila persone che manifestavano in maniera pacifica" con orgoglio e ironia. Se poi le cose sono andate diversamente, prendendo una piega violenta, la colpa non è dell'amministrazione cittadina.

La difesa del sindaco di Napoli: "Non mi è stato dato ascolto"

Il sindaco si difende: "Prendo le distanze dai violenti che non incarnano lo spirito autentico, pacifico, della città che io rappresento".

Certo, le immagini finali della manifestazione hanno guastato un'iniziativa altrimenti pacifica e democratica. Ma se la manifestazione è degenerata fino alla violenza, è perché non è stato ascoltato il messaggio di buon senso dell'amministrazione, dice il sindaco.

"Noi non abbiamo mai detto no a Salvini", sostiene De Magistris.

La perplessità invece era sull'opportunità della presenza del leader della Lega alla Mostra d'Oltremare, "un luogo dell'amministrazione, o comunque riconducibile all'amministrazione". Secondo il primo cittadino è stato inopportuno far tenere un comizio in un luogo pubblico della città a uno come Salvini "che si è distinto per apologia del fascismo, atteggiamenti xenofobi e razzisti e che, all'insegna dello slogan 'Napoli colera', ha fatto della vita politica un atto di fede contro Napoli e il sud".

De Magistris contro Renzi: "Io non sto con i violenti mai e non sono accusato di corruzione"

Il ministro Minniti, riferendosi ai fatti di Napoli, ha detto che la violenza è un limite invalicabile. Matteo Renzi al Lingotto ha accusato De Magistris di non essersi comportato da sindaco e tantomeno da uomo del Pd e, come già Salvini, di stare con i violenti.

Il sindaco ha replicato a Renzi: "Non sto con i violenti. Le mie mani sono pulite e non sono colluse; sto con la mia città che amo e difenderò sempre, e con i napoletani. Non sto e non me la faccio con chi è accusato di corruzione come fa Renzi, travolto sempre più dalla questione morale, né sto con razzisti che odiano Napoli e il Sud come Salvini".

Gli scontri a Napoli erano annunciati da giorni, tra dissensi e polemiche: la sede del comizio di Salvini, la mostra di Oltremare, occupata l'altro ieri dai centri sociali, è stata prima negata, e poi è stata riassegnata d'ufficio al leader leghista nel giro di poche ore su disposizione del ministro dell'Interno Minniti.

"Non sono contro lo Stato, a Napoli lo Stato sono io", ha concluso De Magistris. Ma la scelta di Minniti che ha voluto imporre Salvini alla Mostra d'Oltremare in nome di diritti costituzionali garantiti per tutti, è stata un errore e un'imposizione. "Ho solo difeso la città", conclude il sindaco.