Non c'è pace per le diocesi del trapanese, da tempo al centro di innumerevoli scandali ed inchieste giudiziarie. La Procura torna ad occuparsi del vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, già iscritto nel registro degli indagati per appropriazione indebita. Le nuove accuse formulata nei confronti del prelato riguardano la costruzione di una chiesa nella nota cittadina in provincia di Trapani. L'edificio di culto ha sede nel quartiere Transmazaro-Miragliano, una zona nuova di Mazara attualmente priva di opere di urbanizzazione. L'opera è stata finanziata dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Regione Siciliana per complessivi tre milioni di euro.

Mancherebbero però 500 mila euro a causa dei quali, nei confronti di Mogavero, vengono prospettati i reati di truffa ed abuso d'ufficio.

Le indagini della Procura di Marsala

La vicenda è stata riportata da La Repubblica. Nel mirino della Procura di Marsala, oltre alla gestione dei fondi, anche una serie di documenti che risulterebbero falsi. Si tratta, in particolare, di materiale cartaceo relativo a contratti, stati di avanzamento e consegna dei lavori. Oltre a monsignor Mogavero, risultano indagate altre sette persone. Il diretto interessato non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. "Sto cercando di capire - ha detto il vescovo - ed al momento non ho nulla da dire".

I precedenti del vescovo di Mazara

Domenico Mogavero, ex sottosegretaio della CEI, era saltato ai 'disonori' della cronaca a dicembre del 2015. Nella circostanza la magistratura di Marsala aveva iscritto per la prima volta il suo nome nel registro degli indagati per appropriazione indebita, relativamente ad alcuni ammanchi nei conti della diocesi.

Un avviso di garanzia, nella circostanza, era stato notificato anche all'ex economo della diocesi mazarese, don Franco Caruso. Le anomalie sull'economato della Curia sono relative al periodo tra il 2010 ed il 2011 e, tra l'altro, come resero noto i legali del vescovo nella circostanza, sarebbero stati denunciati dallo stesso Mogavero che nel 2014 aveva rimosso Franco Caruso dall'incarico a causa dei debiti accumulati dalla diocesi negli anni precedenti.

Il caso Micciché

Scandali ed inchieste riguardano anche la diocesi di Trapani. L'ex vescovo Francesco Micciché è tutt'ora indagato per appropriazione indebita e malversazione di fondi pubblici, reati che furono ipotizzati dalla Procura di Trapani nel 2015 e, a seguito dei quali, sono stati anche perquisiti beni immobili a disposizione del prelato. L'ex vescovo è stato inoltre indagato per calunnia nei confronti di Don Ninni Treppiedi, il sacerdote che, quando partirono le indagini nel 2011, era stato indicato come autore di false accuse nei confronti di Micciché. Nella circostanza il vescovo di Mazara, Domenico Mogavero, era stato inviato dal Vaticano nella vicina Trapani in qualità di visitatore apostolico e chiamato a far luce sulla vicenda.

In seguito, la Santa Sede aveva deciso di destituire Micciché. Recentemente, alcuni giornalisti che si erano occupati del caso sono stati scagionati dalle accuse formulate dallo stesso ex vescovo. Si tratta di Beppino Tartaro, denunciato per un articolo pubblicato nel 2013, Vito Manca e Maurizio Macaluso. Il primo è stato assolto dal Tribunale di Trapani, per gli altri due la Procura ha chiesto l'archiviazione. Tanto Manca quanto Macaluso erano indagati per diffamazione.