'Vanno, vengono, ritornano': proprio come in una celebre canzone di Fabrizio De André, le nuvole, che siano isolate o ammassate, bianche e rassicuranti, nere e minacciose, dalle forme più impensate e tutte da scoprire, ci attraggono e stupiscono.

Fenomeni naturali celebrati da artisti, poeti, fotografi, cantanti, sempre studiati dalla scienza. A loro l'Organizzazione meteorologica mondiale in occasione della Giornata mondiale della meteorologia, ha dedicato iniziative scientifiche aperte a curiosi. Per l'occasione, poi, è stato pubblicato ufficialmente il nuovo Atlante internazionale delle nubi che presenta un aggiornamento con nuovi tipi.

Nuvole, preziose sentinelle del pianeta

Di grande fascino e suggestione, le nuvole, oltre a essere il cuore delle previsioni meteo, sono e sempre più saranno fondamentali per capire lo stato di salute del pianeta, dall'acqua al clima e, se possibile, per salvarlo. Per questo oggi in occasione della Giornata mondiale della meteorologia, si è tenuto un convegno dal titolo 'Capire le nubi', organizzato dall'Associazione di Scienza dell'Atmosfera e Meteorologia (Aisam) in collaborazione con il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica militare, all'università La Sapienza di Roma.

"Il nostro paese - ha evidenziato Dino Zardi, presidente Aisam - deve investire nella meteorologia che ci consente di prevedere fattori che condizionano la nostra vita nel breve e nel lungo termine puntando anche su un coordinamento unico dei servizi meteo attivi in Italia".

Le nuvole oggi sono studiate dallo spazio con i satelliti e da terra con i radar, ma anche grazie ai modelli numerici o dagli aerei con osservazioni aeronautiche.

Atlante internazionale delle nubi, 10 'new entry'

Il sistema di classificazione delle nubi ancora oggi in uso, fu ideato nel 1803 da Luc Howard, autore dello studio 'The essay on the modification of clouds' in cui vengono catalogate con nomi latini. Il catalogo ne prevede cento combinazioni e tipologie, in base a dieci generi di nubi suddivise per specie.

Seguì Luigi Taffara con la sua opera 'Le nubi che nel 1917 diede in Italia un contributo importante.

Ora finalmente dopo decenni, l'Organizzazione meteo mondiale ha nuovamente pubblicato in versione aggiornata e digitalizzata il nuovo Atlante internazionale delle nubi.

Ebbene sì: anche le nubi non sono più quelle di una volta, o meglio, alle tradizionali conosciute, tra cirrocumuli e stratocumuli, se ne sono aggiunte di 'nuove'; alle 'classiche' si sono affiancate le nube speciali dai nomi stravaganti.

Ad esempio l'Homogenitus, così chiamata perché dovute all'attività umane quali scie di condensazione e contrails generate da aerei, erroneamente definite scie chimiche.

Le asperitas sono nubi convolute che ricordano la superficie di un oceano in tempesta; la specie Voluptas allude alla forma che si avvolge, tipo quella delle 'roll clouds', enormi rotoli di vapore simili a un cilindro o rotolo, a volte arrotondati o disposti orizzontalmente. Come che sia, non c'è cielo senza nuvole. A ogni osservatore, trovare la nuvola che si addice al momento e darle la forma che immagina le competa.