Sul muro adiacente al municipio di Aversa (Caserta) è apparsa una scritta offensiva nei confronti di Alessia Cinquegrana, la trans che ha sposato con rito civile il suo compagno Michele Picone. Si tratta del primo matrimonio in Italia di una transessuale che, senza prima passare per un intervento chirurgico, ha ottenuto il pieno riconoscimento del nuovo sesso. L'ignoranza è dura a morire, ma un gesto simile certamente non avrà sciupato la gioia del momento ai due novelli sposi. Ovviamente, la scritta è stata subito cancellata dagli operai del Comune inviati dal sindaco Enrico de Cristofaro che, in una nota, ha condannato il deplorevole gesto: "Aversa non si riconosce affatto in questa scritta offensiva, perchè è una città libera dai pregiudizi".

Una storia a lieto fine per Alessia Cinquegrana

La storia di alessia cinquegrana, ex Miss Trans 2014, ha un bellissimo lieto fine: fidanzata da ben 11 anni con Antonio (di Trentola Ducenta, un comune limitrofo), ha ottenuto il riconoscimento del suo nuovo status, cioè l'attribuzione del sesso femminile senza essere costretta a passare prima per l'intervento chirurgico. Per il movimento dei trans è una conquista storica, che supera perfino la legge - la 164 del 1982, che attribuisce la nuova identità di genere solo dopo un intervento di "rettifica chirurgica" degli organi genitali. Nel 2015, invece, una sentenza della Cassazione ha stabilito che si può riconoscere anche senza ricorrere a una trasformazione definitiva attraverso la chirurgia.

Dal punto di vista psicologico e legale, Alessia è seguita dall'Associazione Trans Napoli, che ha dato orgogliosamente l'annuncio delle nozze: "Siamo cresciuti insieme, fin da quando eravamo due adolescenti, ho scelto dunque il mio migliore amico - ha spiegato Alessia - sono però devota alla Madonna, quindi niente abito bianco".

Alla cerimonia assenti i familiari di entrambi.

La prima sposa trans d'italia

La sua è una storia come tante, semplice. Una bella ragazza 29enne che ha coronato il suo sogno d'amore come tante altre: "Del resto - secondo quanto ha raccontato lei stessa a "Repubblica" - viene riconosciuto anche dalla legge: non occorre nessun intervento chirurgico per stabilire la rettifica di sesso, tanto è vero che ottenere i documenti necessari è stato facile e veloce. La giudice mi ha perfino detto: "davanti a me c'è una splendida donna, come potrei rifiutare questa rettifica?"