Quel giorno Bruce arrivo nello studio di registrazione con un tamburo turco extralarge pieno di campanellini e da quella visione nacque una canzone che è passata alla storia, Mr. Tambourine Man. Il brano immortale di Bob Dylan fu ispirato dall'eclettico chitarrista Bruce Langhorne, e nelle parole del brano, "nel meraviglioso mattino ti seguirò", Dylan manifestò la volontà di percorrere la stessa strada dell'artista. Bruce è morto a 78 anni 4 giorni fa, Venerdi' Santo a Venice, in California, dove viveva. Che abbia ispirato uno dei pezzi più famosi di Dylan è lo stesso premio Nobel a sostenerlo: l'artista dichiarò di averlo scelto come sua musa nel 1985.
Il cantante folk americano è stato il cuore dell'album del 1965 "Bringing It All Back Home", in cui gli accordi elettrici hanno reso immortali canzoni come "Maggie's Farm", "Love Minus Zero/No Limit" e "She Belongs To Me". Langhorne era nato in Florida, a Tallahassee, ma si era trasferito all'età di 4 anni con sua madre a Spanish Harlem, a New York. I suoi esordi musicali lo videro con un violino in mano, ma ebbe un incidente casalingo in cui perse 3 dita, quindi a 17 anni passò alla chitarra, che suonava in un modo tutto suo data la mancanza delle dita, e nel corso degli anni imparò a suonare moltissimi strumenti. Ebbe un'adolescenza un po' nebulosa e trascorse anche del tempo con una gang giovanile.
Bruce e Bob Dylan frequentavano gli stessi ambienti compreso il Greenwich Village, alla fine degli anni 50, quando già Dylan iniziava ad abbandonare il rock&roll per darsi alla musica folk. Langhorne salì sul palco del Mall di Washington nel 1963 insieme alla cantante folk Odetta immediatamente prima del famoso discorso di Martin Luther King, il celeberrimo "I have a dream".
Il chitarrista infatti alternava l'impegno politico con quello musicale e collaborò oltre che con Bob Dylan, con Joan Baez e Gordon Lightfoot.
Dice di lui Bob Dylan
Il famoso folk singer racconta che "se c'era Bruce a suonare con te, non avevi bisogno di fare praticamente nulla", ha ricordato Dylan. Langhorne aveva anche composto alcune colonne sonore, tra cui quella del film "The Hired Hand", di Peter Fonda.
Lo stesso Fonda ricorda che quando il musicista era in una stanza, anche se non lo si vedeva, si percepiva la sua presenza, perchè emanava gentilezza ed amore. Era inoltre un virtuoso della musica, sapendo suonare qualcosa come 50 strumenti.