Un giovane studente di giornalismo pakistano, Mashal Khan, è stato condannato a morte per blasfemia e gravissime offese nei confronti della religione islamica; cosa purtroppo comune in Pakistan dove la religione islamica è praticata in modo molto rigido. Sono stati i suoi stessi compagni di corso a denunciarlo e a colpirlo fino a quando il giovane non è rimasto a terra esanime; la violenza e la brutalità usata contro il giovane è stata tale che la polizia ha deciso di avviare una indagine per eccesso di violenza e ha chiuso il campus universitario nel quale lo studente studiava e soggiornava.
Islam radicale
In Pakistan cellule islamiste radicali legate prima ad Al Qaeda e poi al sedicente Stato islamico sono ancora molto potenti, soprattutto il alcune zone rurali, e si sono rese responsabili di crimini e atrocità contro coloro che non si adattano alla loro visione molto severa e rigida della religione islamica. Alle donne viene impedito di studiare, di vestire abiti colorati, di girare con il capo scoperto, di uscire da sole e persino di sorridere; questi estremisti islamici sono gli stessi che anni fa provarono ad uccidere la giovane attivista per i diritti delle donne Malala Yousafzai, oggi Premio Nobel per la pace.
Violenza e umiliazione
I compagni di corso del giovane si sarebbero accaniti con ferocia su di lui con lo scopo anche di umiliarlo di fronte a tutti: prima lo avrebbero colpito almeno sei volte a bruciapelo con un'arma da fuoco e poi lo avrebbero ulteriormente linciato con bastoni e mattoni.
L'umiliazione era fare vedere a tutti il corpo senza vita del giovane che fino a poco prima era stato loro amico; nella mente degli aggressori era la punizione per non essere stato un buon musulmano e per non avere rispettato correttamente le prescrizioni del Corano.
Il post incriminato
Tutto è nato da alcuni post che lo studente avrebbe pubblicato sul social network Facebook, ritenuti offensivi e pieni di insulti nei confronti della religione islamica, un'accusa che in Pakistan può costare cara in Pakistan perché nei casi di blasfemia è applicata la pena di morte.
Il Pakistan si sta sforzando di dotarsi di leggi più moderne e meno legate alla religione, ma le antiche tradizioni sono più forti dei tentativi del governo di modernizzare il Paese; i social network e Internet sono rigidamente controllati e tutti i contenuti pubblicati sono controllati dalle autorità religiose. Non è possibile per i cittadini pakistani accedere ad alcuni siti considerati troppo occidentali.