A Ferrara la notte compresa tra il 31 marzo e il 1 aprile è stata parecchio movimentata; a seminare il panico ci ha pensato un vice parroco di origine congolese di 43 anni, Don Silvano Kapela Mukunda, che, messosi alla guida della sua automobile, una Volkswagen Lupo blu scura, con un tasso alcolemico nel sangue pari a 2.55, dunque oltre 5 volte il limite consentito dalla legge, ha cominciato a correre indisturbato per la città, non fermandosi ai semafori rossi, ignorando qualsiasi segnale di pericolo e colpendo le auto in sosta. Due ore di folle corsa, poi l'arresto.
La corsa del Prete ubriaco è durata un paio d'ore e si è interrotta grazie al posto di blocco creato in via Giuseppe Fabbri da due volanti della polizia, che era stata allertata dalle segnalazioni di alcuni cittadini. E qui si materializza il colpo di scena: gli agenti scendono dalle vetture e il prete riparte, investe uno dei poliziotti e procura danni a una delle volanti. Da qui scatta l'arresto.
L'automobile viene confiscata, il parroco viene immediatamente condotto in questura: numerosi i reati che gli vengono contestati, alla guida in stato di ebbrezza si aggiungono le lesioni procurate agli arti inferiori al poliziotto investito (con una prognosi di dieci giorni), il tentativo di superamento del posto di blocco, e il danneggiamento della volante di servizio della polizia.
L'arresto dell'uomo è stato convalidato, anche se il giudice ha optato per un momentaneo regime di 'libertà vincolata', con l'obbligo di firma in attesa di giudizio.
La reazione da parte della Curia
L'Arcidiocesi di Ferrara si è detta molto sorpresa dall'accaduto e ha espresso il suo pensiero tramite una nota apparsa ieri sul sito web del settimanale cattolico 'La Voce': "Nell'apprendere l'episodio occorso la scorsa notte, le cui ragioni risultano non chiare, l'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio esprime la propria sorpresa per l'accaduto".
In merito alla figura del parroco congolese, la nota precisa :"Il sacerdote coinvolto è conosciuto come persona attenta e ben voluta dalla comunità a cui appartiene, che è rimasta incredula da quanto appreso".