Ogni Governo che ha assunto l’incarico, ha apportato delle modifiche al sistema scolastico italiano. Spesso, più bocciate che applaudite. Con scioperi e cortei da parte di studenti e insegnanti. E chissà come prenderanno entrambe queste categorie le novità che domani venerdì 7 aprile, il Consiglio dei ministri valuterà il cosiddetto decreto sulla valutazione. Il quale porterebbe alcuni cambiamenti significativi soprattutto per quanto riguarda l’esame di maturità, in particolare sui voti di ammissione e la prova Invalsi.

Vediamo di seguito come cambierebbe l’esame di maturità nella scuola superiore italiana.

Come cambia esame di maturità alla scuola superiore

Partiamo dalla novità più significativa. Come riporta Il Corriere della sera, quella dei voti per l’ammissione all’esame. Se il decreto andrà in vigore, occorrerà il sei in tutte le materie per essere ammessi all’esame di Maturità. E’ tuttavia contemplata anche la possibilità di incassare un’insufficienza. La quale però dovrà essere motivata dal consiglio dei professori, tenendone poi conto nella tabella dei crediti. Per quanto concerne le prove Invalsi, invece, esse sottoporranno gli studenti anche all’analisi delle loro conoscenze linguistiche. Ma saranno escluse sia dall’esame di terza media che in quello di diploma.

Tuttavia, resteranno obbligatorie per gli studenti, i quali le svolgeranno prima, nei mesi di aprile o maggio. Con i risultati che faranno parte del loro curriculum e forse saranno anche notiziati alle loro famiglie. Tuttavia, non saranno prese in considerazione per i test d’ingresso alle facoltà universitarie.

Scuola, novità voti e invalsi: i tempi di entrata in vigore

Resteranno poi i voti numerici alla primaria, che in un primo momento si era pensato di rimuovere. Una retromarcia già avvenuta in passato. Tuttavia, al tradizionale numerino considerato da taluni eccessivamente sintetico e freddo, si affiancherà un testo descrittivo delle competenze acquisite dallo studente.

Quando queste novità per la Scuola saranno effettive? Per i cicli inferiori il prossimo anno scolastico, mentre per la maturità nel 2019. Anche per far entrare a regime l’alternanza scuola lavoro - la quale contribuirà ai crediti formativi – e per far riformulare le nuove prove, in conseguenza della scomparsa del cosiddetto «quizzone» di valutazione.