attentato di Stoccolma compiuto da un uzbeco di 39 anni, che nel 2014 aveva presentato domanda di asilo in Svezia. Questo è quanto emerge dalle notizie provenienti dalla polizia svedese, in seguito all'arresto del killer. Stando a quanto riportano i diversi quotidiani che documentano i fatti, su di lui pendeva una richiesta di espulsione. Infatti la sua domanda di asilo era stata respinta l'estate scorsa, e da quel momento era stato emanato un mandato di arresto nei suoi confronti. Le autorità lo avevano raggiunto presso la propria abitazione, ma non lo trovarono.

L'uomo diviene latitante e di lui non sa si più niente, fino al giorno dell'attentato. Secondo i dati emersi durante l'indagine, sono almeno diecimila le richieste di espulsione emesse lo scorso anno, e spesso tali persone fanno perdere le loro tracce per non essere arrestate. Al momento si cerca di chiarire il più possibile la vicenda, anche se il quadro sembra oramai essersi ben delineato.

Attentato di Stoccolma, killer fondamentalista

Il killer dell'attentato di Stoccolma aveva chiaramente simpatie per l'Isis e per altri gruppi jihadisti, questo è quanto emerge dalle ricerche delle autorità. Pare infatti che l'uzbeko arrestato tenesse un'intensa attività sul web, volta alla propaganda jihadista.

Sono stati due gli arresti in merito all'Attentato di Stoccolma, ma a quanto si evince dalle parole delle autorità svedesi, è il secondo ad essere quello più coinvolto per crimini terroristici. La situazione adesso è tesa in tutta la Regione, e il livello di sicurezza è stato alzato ovunque. La polizia sta operando su tutta la Scandinavia per rendere sicura ogni nazione da eventuali tentativi di attentato.

Attentato di Stoccolma e rischio emulazione

Dopo l'attentato di Stoccolma, quello che preoccupa le autorità è il fenomeno dell'emulazione. Sembra infatti che ci sia una rete molto fitta e coesa che opera nella zona, e che tiene in allerta tutto il Paese. Anche in Norvegia si alza la preoccupazione, dopo che una bomba è stata trovata presso una stazione della metro.

In manette è finito un diciasettenne russo, anch'egli richiedente asilo nel 2010. Al momento le autorità cercano di capire se il ragazzo è legato a qualche organizzazione, o se ha agito da solo. Inoltre non è ancora del tutto chiaro se quella del ragazzo fosse solo un'azione dimostrativa, o se avesse la reale intenzione di compiere un attentato.