Stoccolma è solo l’ultima di tante città, tante località messe in ginocchio dal dolore.

Un camion contro la folla, come a Londra, come a Nizza. Stavolta teatro dell’attentato è stata una strada commerciale del centro, secondo quanto riportato dai media locali citati, tra gli altri, da Guardian e SkyNews. Cinque persone sarebbero morte nell’impatto, ma il bollettino ufficiale diffuso dalla polizia parla ancora di 3 morti e 8 feriti.

Il mezzo utilizzato è risultato rubato, il conducente del mezzo aveva un passamontagna ed è riuscito a fuggire, secondo alcuni testimoni.

Il camion risulterebbe rubato da una fabbrica di birre.

"Ho visto centinaia di persone mettersi a correre per salvarsi la vita. Mi sono girata ed ho cominciato a correre anche io" ha detto una testimone.

Altri ancora hanno riferito: "Stavo camminando verso la strada principale quando un grande camion è spuntato dal nulla. Non sono riuscito a vedere se ci fosse qualcuno alla guida o fosse fuori controllo, ma ho visto che almeno due persone sono state schiacciate. E mi sono messo a correre più forte che potevo".

L’ipotesi confermata dalla polizia e dal Premier svedese è che si tratti di attacco terroristico.

Un altro attacco terroristico.

Che colpisce in posti completamente diversi, spesso nella quotidianità di ciascuna persona.

Così ci rendiamo conto che il terrorismo può avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza, anche in quella più ludica. Per seminare terrore, paura, incertezze e dolore. In cui la prima cosa ad essere toccata è la libertà, perché viene minata la necessità di ogni uomo di sentirsi libero all’interno della società.

Eventi imprevisti e improvvisi che provocano un profondissimo senso di incertezza.

Eventi che ci toccano, ci indignano forse quando a subirli siamo proprio noi, o i nostri vicini. Ma che ogni giorno nel mondo provocano dolore e distruzione. Anche se spesso ce lo scordiamo.

Le vittime del terrorismo sono, infatti, più di 30 mila ogni anno, più di 13 mila attentati, il 65% delle vittime cade per mano di Al-Qaeda, talebani afghani, Boko Haram, Isis.

Ed i paesi in cui si seppelliscono più morti sono Afghanistan, Iraq, Nigeria, Pakistan, Siria, e in genere tutti paesi musulmani. Nessuno in Europa, dunque.

Perché anche se molti fanno una terribile confusione, il terrorismo non è una questione di Oriente contro Occidente, di Islam contro le altre regioni, ma più semplicemente una questione di dolore, di odio, integralismo.

Momenti di paura e terrore che non possono essere giustificabili, ma che vanno sconfitti, abbattendo questa paura dell’altro che domina il mondo, con politiche mondiali forti e chiare: contro il terrorismo, ma non contro le persone, contro le culture, contro le religioni diverse.