In teoria dovrebbero essere le strutture più protette. Soprattutto quelle strutture che, vista l'unicità dell'evento che contribuiscono a generare, dovrebbero potersi assimilare ad un'isola felice. Sembra invece siano da ricondurre alla favola di Peter Pan, alla disperata ricerca - appunto - dell'isola che non c'è.Perché in Siria, si muore ancor prima di nascere.
L'ospedale pediatrico di Iblid - unica struttura nel raggio di 150 km, è stato appunto oggetto di un bombardamento aereo, che ha causato vittime sia tra il personale medico che tra i pazienti ricoverati: questo è quanto denuncia Save the Children attraverso la BCC.L'attentato non è stato ancora rivendicato, quindi non è dato sapere quali ragioni abbiano spinto ad attaccare una struttura civile e non militare.
Due i morti, molti i feriti
Un bilancio del tutto provvisorio, visto che sono in corse le frenetiche operazioni di scavo tra le macerie; per trovare qualcuno ancora in vita, o forse per coprirne i resti pietosamente, se si potrà.Sui dati delle vittime e dei feriti, la voce narrante è sempre Save the Children (che finanzia la struttura attraverso il proprio partner Syria Relief).Tutta la parte anteriore della struttura è andata completamente distrutta; l'ipotesi più accreditata è che si sia trattato di un "errore"(come si potrà mai parlare di errore, in simili accadimenti, devo ancora riuscire a comprenderlo).
Sembra, infatti, che oggetto del medesimo raid sia stato anche un edificio della Protezione Civile, che risulterebbe essere abbastanza contiguo alla struttura ospedaliera stessa.Questo attentato, si colloca all'ultimo posto, in ordine di tempo, dei vari raid aerei che hanno colpito la zona di Iblid: fino ad oggi, nel corso dei vari attacchi, si sono già contate 5 vittime e 25 feriti.Sono stimate in circa 300 le donne che ogni mese partoriscono (o partorivano, se preferite) nella struttura appena bombardata.300 famiglie che ogni giorno avevano in serbo il progetto di un futuro.
Per qualcuno, il futuro non ha più nemmeno la parvenza di un sostantivo.
L'Onu alla Russia: dateci il controllo del corridoio umanitario per Aleppo
L'Onu ora chiede a gran voce alla Russia di avere il controllo totale del corridoio umanitario della zona di Aleppo, per agire senza gli attuali impedimenti e portare sostegno alle popolazioni civili, vittime di una guerra spesso dimenticata.Bisognerebbe dirlo a quei bambini mai nati, o al mondo per poche ore, se ce ne sono tra le vittime.
O alle loro madri (e padri), di cui magari qualcuno non c'è più.Bisognerebbe dirlo anche alle nostre coscienze, che accettano passivamente di vivere in un mondo dove ammazzare è diventato come usare la play station.
Tanto non tocca a me.