Questa è una storia che porta con sé una grande dose di amarezza, perché dimostra come in un mondo che dovrebbe cercare di impegnarsi costantemente per raggiungere un maggior livello di inclusività, andando incontro alle esigenze di tutti, l'emarginazione continui troppo spesso ad avere la meglio e a far soffrire soprattutto i più piccoli. Ci troviamo ad Amantea, comune in provincia di Cosenza, e qui qualche giorno fa una ragazzina di 14 anni con disabilità, che frequenta la terza media, è stata accompagnata a scuola come ogni mattina dalla propria madre ma quando è arrivata a destinazione si è trovata di fronte ad una bruttissima sorpresa.
Infatti, le due hanno scoperto che la classe della bambina era partita per una gita di 3 giorni in Sicilia senza avvertirle, tagliando fuori la piccola da un importante momento di aggregazione. La madre è rimasta immediatamente sconcertata, anche perché, se fosse stata informata, sarebbe stata disposta ad accompagnare la figlia e seguirla per consentirle di trascorrere qualche giorno di divertimento e spensieratezza insieme ai suoi compagni.
La delusione per un'assurda esclusione
Ovviamente la donna ha gridato a gran voce la propria indignazione, dicendosi delusa del fatto che la scuola, che dovrebbe essere un'istituzione che favorisce la socializzazione tra i giovani, si ritrovi di fatto ad essere la prima a creare delle discriminazioni tra gli allievi.
La madre è avvilita perché né lei, né sua figlia hanno potuto avere voce in capitolo in merito alla decisione sulla partecipazione alla gita, nonostante la piccola non abbia problemi di deambulazione e necessiti solo di un piccolo aiuto da parte dell'insegnante di sostegno, la quale peraltro, come il resto dei docenti, non si è premurata di avvertire la famiglia.
Le scuse della dirigente scolastica
Dal canto suo, la dirigente scolastica dell'istituto si è scusata per l'accaduto, dichiarando di non essere stata informata preventivamente della vicenda, ma alla mamma non basta e vorrebbe che un atteggiamento del genere venisse punito almeno con un richiamo scritto, visto che esula totalmente dalla definizione di civiltà.
Purtroppo non è il primo caso registrato nell'ultimo periodo in cui uno studente con disabilità si ritrova escluso e i genitori devono prendere posizione per vedere riconosciuti ai propri figli dei diritti sacrosanti. La speranza è che si cominci a prestare maggiore attenzione affinché sia garantita un'uguaglianza necessaria e che può essere raggiunta facilmente con un minimo di buona volontà.