Gli operai rischiano di perdere il lavoro per l'ormai imminente chiusura della fabbrica, che si trova in amministrazione controllata da dicembre 2016, e prende subappalti da PSA (Peugeot e Citroen), e Renault. Gli animi sono esacerbati e la tensione è alle stelle, tanto che come annuncia il delegato sindacale di GM & S de La Souterraine hanno provveduto a minare la fabbrica con le bombole di gas.

Gli operai hanno distrutto anche una pressa, tagliandola in due con la fiamma ossidrica come è stato twittato dalla radio locale France Bleu Creuse ed hanno minacciato nel pomeriggio di distruggere un altro macchinario.

In un intervista a France Info, un operaio fa sapere che queste son decisioni obbligate seppure dolorose, e che non hanno altra scelta né arma se vogliono provare ad avere qualche possibilità di trattativa.

L'episodio è il culmine di un periodo difficile e travagliato che ha coinvolto i lavoratori e che li ha portati dopo mesi di incertezza e di scarsa prospettiva di un futuro migliore a fare un gesto estremo come quello di occupare la fabbrica ad oltranza, fino a quando non avranno risposte soddisfacenti sul loro futuro da parte dei dirigenti dei colossi automobilistici per cui lavorano.

Infatti la fabbrica è in amministrazione controllata da dicembre 2016, ma ci sarebbe tempo fino alla fine di maggio per risolvere la situazione eventualmente con un passaggio di proprietà.

Proprio mercoledì si era sparsa la voce che una trattativa era andata fallita rendendo molto pericoloso il salvataggio della fabbrica, notizia che ha fatto precipitare rapidamente la situazione. I lavoratori avevano convocato un consiglio di fabbrica per oggi giovedì 11 maggio che però è stato rifiutato per cui i lavoratori hanno votato per la decisione di occupare la fabbrica e di minarla con le bombole di gas pur rimanendo disponibibili ed aperti ad ogni trattativa.

L'età media dei lavoratori è attorno ai cinquant'anni, tutti con famiglia, e tutti difficilmente reinseribili nel mondo del Lavoro, specie nella situazione attuale in cui versa l'intera Europa, spiega Vincent Labrousse, rappresentante della Confederation generale du Travail (CGT), la confederazione sindacale francese. Labrousse non nega l'ipotesi di andare in marcia fino a Parigi dal neo presidente Macron a chiedere un intervento per salvaguardare le famiglie dei 277 operai che risultano in forza nello stabilimento.