A breve sarà processata per tentato omicidio aggravato della figlia dopo averle provocato due arresti cardiaci, a suo dire per "salvare" il matrimonio. Nel biberon, una mamma napoletana di 30 anni somministrava alla sua bambina insieme al latte potenti dosi di psicofarmaci: benzodiazepine, ansioltici. La pm, Eleonora Fini, ha ottenuto che la donna, arrestata lo scorso gennaio e attualmente detenuta nel carcere di Pozzuoli, sia giudicata con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare.

Benzodiazepine e potenti sedativi nel biberon per attirare l'attenzione del marito

Per due volte ha messo Xanax, Lexotan e altri ansiolitici in dosi potenti nel biberon della bambina di tre anni che ha rischiato di morire. Inchiodata alle sue responsabilità e accusata di omicidio aggravato, la donna si è giustificata dicendo che era un modo escogitato per rinsaldare il rapporto di coppia con il marito e padre della bimba, in un momento in cui il matrimonio era in bilico. Secondo il piano ideato dalla donna, le preoccupanti condizioni di salute della figlia avrebbero attirato l'attenzione dell'uomo che così non si sarebbe più allontanato dalei e la loro unione sarebbe stata nuovamente salda.

Due inspiegabili arresti cardiaci della bimba: scoperta la trama criminale della madre

La bambina è stata ricoverata lo scorso fine dicembre all'ospedale Santobono di Napoli per una trombosi alle vene superficiali. I medici che evidentemente già non ci vedevano chiaro perché la situazione clinica della piccola si presentava molto complessa, hanno preferito trasferirla altrove per accertamenti.

Proprio quando la bambina era ricoverata al Bambin Gesù di Roma, la madre l'ha avvelenata per la seconda volta. Durante il ricovero la bambina ha avuto due arresti cardiocircolatori ed è stata salvata grazie al tempestivo intervento del personale medico. A quel punto, i sanitari insospettiti l'hanno sottoposta alle analisi delle urine ed è emersa la presenza nel suo corpo di sostanze psicotrope.

Quindi hanno denunciato la madre. Le indagini dei carabinieri sulla base dei referti inviati dalla direzione sanitaria dell'ospedale, hanno fatto emergere l'assurdità della vicenda.

Arrestata, la donna ha ricevuto un provvedimento di sospensione della potestà genitoriale dopo i riscontri del tribunale dei minori di Napoli che ha disposto il divieto di avvicinamento da parte di entrambi i genitori alla figlia ricoverata, mentre le altre due figlie piccole erano state affidate ai servizi sociali e portate in una casa famiglia. La bambina oggi sta bene ed è fuori pericolo.

Madri pericolose e figli in ostaggio: la sindrome di Munchausen

Questa madre sarebbe affetta dalla sindrome di Munchausen che deriva il nome dal barone di Munchausen, realmente vissuto in Germania nel XIX, passato alla storia perché creava storie fantastiche e assurde.

La sindrome in questione, nel caso specifico detta "per procura", è un disturbo mentale che colpisce i genitori, soprattutto le madri e le spinge ad arrecare un danno ai figli per farli credere malati e attirare su di sé l'attenzione. Con questa forma di abuso, la madre mette in scena i suoi drammi e manifesta le sue gravi privazioni affettive. In questo caso la donna ha agito nella forma più estrema perché ha quasi ucciso la figlia. Sarà da vedere come tale possibile aspetto patologico sarà valutato in fase processuale.