Non l'ha "semplicemente" abbandonato, dopo averlo partorito. L'ha lanciato con il cordone ombelicale ancora attaccato, dal balcone dell'abitazione al secondo piano di via Turati, 2, a Settimo Torinese dove vive. All'inizio negava, ma poi non ha retto alla pressione dell'interrogatorio ed è crollata nella notte, confessando. Ora ha un nome e cognome: si chiama Valentina Venturi, 34 anni, la madre rea di Infanticidio. E' accusata di omicidio aggravato del neonato che ieri era stato trovato alle 6 e 30 della mattina da un operaio di ritorno dal lavoro.

Con due netturbini, l'uomo aveva attivato subito i soccorsi. Purtroppo però il piccino, nato da poche ore, era in arresto cardiaco. Non è stato possibile rianimarlo ed è morto all'ospedale Regina Margherita di torino dove era stato trasportato d'urgenza.

Gettato come un rifiuto dal balcone

E pensare che ieri mattina Valentina Ventura, responsabile dell'infanticidio e madre di un'altra figlia di 3 anni, si era affacciata dallo stesso balcone da cui qualche ore prima aveva gettato come un rifiuto il maschietto che aveva partorito. Già si era proprio affacciata con il convivente, a guardare il via vai di soccorritori, forze dell'ordine all'opera, cittadini, operatori e giornalisti, come se nulla fosse.

Come estraniata da quel che aveva commesso poco prima. Poi era persino uscita di casa.

Un 'segreto' di breve durata

Ma il suo "segreto" è stato di breve durata. La donna che abita in un palazzo proprio di fronte al punto in cui è stato ritrovato il corpicino del neonato agonizzante a terra su via Turati, stradina residenziale di Settimo Torinese, nell'hinterland di Torino, ieri sera è stata fermata dai carabinieri e portata in procura a Ivrea.

Inizialmente ha negato ogni addebito, ma gli investigatori sapevano di essere sulla strada giusta: per tutta la giornata di ieri avevano raccolto le testimonianze di alcuni residenti che avevano notato lo stato di gravidanza della donna anche se lo negava dicendo che era solo gonfiore addominale. Gli inquirenti avevano anche fatto un sopralluogo nell'alloggio in cui la donna, che fino a qualche mese fa lavorava come barista, viveva, trovando altre conferme.

Interrogata nella notte, è crollata tra lacrime e singhiozzi. Ora è chiaro perché il piccolo, trovato nudo sull'asfalto accanto a uno straccetto, era pieno di ferite e lesioni sul corpo: la madre l'aveva fatto volare dal secondo piano. Per il momento i carabinieri ritengono che la donna abbia fatto tutto da sola e non ci siano altri responsabili. La bambina di tre anni ora è stata affidata al nonno paterno.

Infanticidio, le reazioni degli utenti Facebook

L'emotività suscitata dalla notizia dell'infanticidio si sta scatenando in queste ore in Rete. Utenti Facebook hanno letteralmente preso d'assalto il profilo sul social network della donna per esprimere reazioni indignate, in alcuni casi giudizi molto pesanti fino agli insulti.

I commenti più pacati, evidenziano che il bambino poteva essere salvato se partorito in una struttura pubblica, in anonimato, ricevendo tutta l'assistenza per poi essere dato in adozione, qualunque fosse la situazione che questa donna stesse vivendo. Così non è stato purtroppo.