La rivelazione di un collaboratore di giustizia è agghiacciante e merita un approfondimento. Non è un caso, infatti, che la Procura di Catania abbia deciso di aprire un'inchiesta per omicidio. Il pentito ha detto che un barelliere di un'ambulanza avrebbe favorito il decesso di alcuni malati terminali iniettando aria nelle loro vene. Tutto ciò per agevolare agenzie di onoranze funebri complici e trarre vantaggi economici. Una storia che fa accapponare la pelle quella che viene dalla Sicilia. Le morti avvenivano solitamente mentre i malati erano trasportati dall'ospedale di Biancavilla alle loro abitazioni.
L'inchiesta è seria
Le misteriose morti in ambulanza si sarebbero verificate dal 2012 in poi. Il collaboratore di giustizia rivelò la storia anche alle Iene, noto programma televisivo, e poi si recò in Procura per confessare ciò che aveva appreso. I giudici della Dda di Catania ora hanno delegato i carabinieri ad acquisire le cartelle cliniche dei pazienti terminali deceduti misteriosamente durante il trasporto dall'ospedale Maria SS. Addolorata alle loro abitazioni. Secondo la Procura 'l'inchiesta è seria' ma le dichiarazioni del collaboratore di giustizia dovranno certamente essere esaminate attentamente. Le indagini, dunque, proseguono per accertare se, effettivamente, un barelliere catanese ha velocizzato la morte dei malati terminali, invece di lenire i loro dolori.
Secondo il pentito, l'uomo si sarebbe spartito i guadagni con l'agenzia di onoranze funebri.
Business sulla morte dei malati terminali
Secondo alcune indiscrezioni, lo spietato barelliere avrebbe provocato la morte dei malati terminali in base a un accordo con diverse agenzie di onoranze funebri 'amiche': per ogni paziente morto incassava 200-300 euro.
Un vero e proprio giro di affari sulla morte, dunque, quello che sarebbe stato attuato a Biancavilla. A denunciare tutto, alla fine, è stato un uomo che non riusciva più ad assistere a una prassi così ignobile. Alle Iene il pentito aveva raccontato che nessuno poteva ostacolare quella gente spietata, sottolineando di aver voluto denunciare tutto dopo che anche il papà di un suo amico era finito in quella 'rete mortale'.
Adesso è arrivato il momento dell'acquisizione delle cartelle cliniche dei pazienti. I carabinieri dovranno fare luce su quelle morti e verificare le sconcertanti dichiarazioni del collaboratore di giustizia siciliano. Questo verrà certamente sentito altre volte.