Erano migliaia le persone riunite ieri in Piazza San Pietro, per ascoltare le parole di Papa Francesco, durante l'udienza generale della mattina. Parole di pace e di speranza quelle che il Papa ha rivolto ai fedeli, mostrando il volto insolito di un Dio che ha bisogno di noi.
Dio non può stare senza di noi
"Possiamo essere lontani, ostili, potremmo anche professarci senza Dio. Ma il Vangelo di Gesù Cristo ci rivela che è Dio che non può stare senza di noi: Lui non sarà mai un Dio senza l'uomo". Così Papa Francesco ha descritto il rapporto tra l'uomo e il Signore, un rapporto non univoco, che sembra porre entrambi sullo stesso piano, in una relazione di dipendenza reciproca.
Come non sono solo i nostri figli ad aver bisogno dell'aiuto e dell'amore del loro padre, ma anche e forse soprattutto i genitori a non poter fare a meno dei propri bambini, così non è solo l'uomo a chiedere aiuto a Dio, ma anche Dio a non poter stare senza di noi. Non è un caso che ci permetta di chiamarlo Padre, anzi abbà, che ha il significato ancora più intimo di papà, babbo.
La speranza di non essere lasciati soli
Garantendo il bisogno di Dio di non poter stare senza l'uomo, il Papa cancella la paura, insita nel cuore di ognuno di noi, di essere lasciati soli e ravviva la speranza in un aiuto che possa portare giustizia e pace nel nostro mondo, in cui troppo spesso trionfano crudeltà e ingiustizia.
le parole di Papa Bergoglio assumono un significato ancora più intenso, essendo pronunciate a pochi giorni dagli attentati che hanno colpito Parigi e la Gran Bretagna. Anche questa volta, a sostegno dei popoli, sono arrivati l'abbraccio e la preghiera di un uomo che da tempo chiede la conversione di chi semina terrore e morte.
Un minuto per la pace
Contro il terrorismo, Papa Francesco ha agito con lungimiranza, dimostrando di aver compreso l'importanza di favorire il dialogo tra i popoli e le religioni diverse, al fine di rafforzare l'Occidente. Numerosi sono stati in passato i suoi sforzi per unire le tre più grandi religioni del mondo, Islam, Cristianesimo ed Ebraismo, a favore della lotta a coloro che seminano terrore e morte, in nome di un dio che, però, con le loro azioni non ha niente a che vedere.
L'Islam, quello autentico, è infatti il primo grande nemico del terrorismo, portato avanti dall'Isis. Per ribadire la lotta al fanatismo e per sostenere l'armonia fra i popoli, oggi, alle 13.00 si terrà, in diversi Paesi, un momento di silenzio e di preghiera, a favore della pace. Durante l'udienza generale di ieri, il Papa ha annunciato che l'iniziativa "un minuto per la pace" ricorda l'incontro, avvenuto in Vaticano l'8 giugno del 2014, tra il Santo Padre, il presidente israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Un'iniziativa, questa, che non vuole essere solamente un ricordo o un anniversario da ricordare, ma anche e soprattutto una pietra in più da posare, sulla quale poter costruire una casa di tolleranza e comprensione.