La Gendarmeria Vaticana ha eseguito un blitz all'interno del palazzo dell'ex Sant'Uffizio, cogliendo sul fatto un monsignore che organizzava feste a luci rosse, favorendo anche l'uso di sostanze stupefacenti. La struttura ospitante è proprio quella dove il Papa Emerito, Joseph Ratzinger, svolgeva l'incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ancor prima di divenire Papa. Nessuno poteva immaginare che quella sede potesse divenire un simile ricettacolo del peccato.

L'ex Palazzo del Sant'Uffizio una location per feste a luci rosse

A trasformare l'uso di questa sede tanto cara a Ratzinger, è stato un monsignore che attualmente ricopre la carica di segretario di un vescovo della Curia Romana, e pare che fosse inserito in un percorso preposto alla nomina di vescovo, una strada che il Vaticano ha immediatamente interrotto alla luce degli ultimi fatti. Nello specifico, l'indagine sembra sia partita a seguito delle numerose lamentele nate dal fatto che l'appartamento all'interno della struttura era oggetto di numerosi e strani via vai, e in ogni caso, non risultava assegnato all'uso del monsignore peccaminoso: il luogo era infatti destinato a essere un'abitazione per alti prelati, prefetti o altri elementi di spessore della Curia.

L'ingresso principale del palazzo si trova su Piazza del Sant’Uffizio, territorio italiano e non soggetto al controllo delle Forze dell'Ordine Vaticane, che permette il transito di chiunque senza subire alcun controllo, pur godendo dei principi di extraterritorialità essendo una costruzione appartenente allo Stato del vaticano, prestandosi al meglio per i festini a luci rosse del prelato.

Ma i misfatti del monsignore non finiscono qui. Secondo l'indagine condotta da Domenico Giani della Gendarmeria Vaticana, oltre all'abuso e uso peccaminoso del Palazzo dell'ex Sant'Uffizio, il prelato è stato accusato di aver fatto uso di una lussuosa autovettura con targa vaticana, che secondo le indagini, gli permetteva di eludere i controlli della Polizia di Stato italiana, consentendogli di occultare e trasportare sostanze stupefacenti.

Il Monsignore del peccato è stato fermato

Dopo gli accertamenti che hanno portato alla luce quanto appena descritto, per il monsignore è scattato il fermo attuato dalla Gendarmeria Vaticana, con il ricovero nella clinica romana Pio XI per operare una completa disintossicazione da sostanze stupefacenti, e successivamente è stato trasferito in un convento di una località non meglio specificata.

Papa Francesco sembra essere piuttosto infuriato, e in Vaticano si chiedono come sia possibile che il cardinale di cui il monsignore era segretario non si sia mai accorto di nulla. Secondo le voci di un alto prelato, il cardinale - anch'esso rifugiato nell'anonimia per le indagini in corso - e il suo segretario rimanevano a lavorare fino a tarda nottata.

Intanto, il cardinale in oggetto ha superato i 75 anni che prevedono le dimissioni dall'incarico porporato, e il Papa ha deciso di accelerare il processo di pensionamento, anche alla luce dei fatti avvenuti. Mentre per il monsignore segretario è stata fermata la nomina a vescovo.