Un giovane eroe. Valerio Catoia, 17 anne di Latina affetto da sindrome di down è un vero atleta e di gare di nuoto ne ha disputate e vinte tante. Mercoledì però ha superato se stesso in una performance senza uguali che non ha prezzo: ha salvato la vita in mare a una bambina di 10 anni che stava annegando.

Eroe del mare

Valerio si trovava con il papà e la sorella in una spiaggia a Sabaudia sul litorale pontino, in località La Bufalara, per trascorrere una rilassante giornata a mare. A un tratto, lui e il papà hanno sentito delle urla provenienti dall'acqua.

Il mare era agitato e in tanti si divertivano a giocare tra i cavalloni. Ma non tutti: c'erano due bambine che avevano azzardato a spingersi un po' più lontano e non riuscivano a tornare a riva a causa delle forti correnti. Valerio, come anche il suo papà, non ha esitato a tuffarsi in acqua. Padre e figlio, hanno salvato ciascuno una bambina. Una prova che non gli è valsa una medaglia come quando da atleta down gareggia nelle piscine d'Italia, ma qualcosa che va oltre ogni riconoscimento formale e sfocia in un senso di gratitudine universale. Intanto anche due bagnini si erano gettati in acqua, ma il papà e il figlio erano stati più veloci e già avevano portato a segno il salvataggio.

Giovanissimo atleta paralimpico

Valerio, nuota da quando aveva 3 anni, e dall'età di 11 anni, in qualità di atleta diversamente abile, fa parte della polisportiva Hyperion che fa attività sportiva con la Fisdir, Federazione Italiana sport disabilità intellettiva relazionale. A 17 anni è già un campione: da 6 anni, seguito dall'allenatore Roberto Cavana, fa le gare raggiungendo sempre un ottimo piazzamento sia a livello regionale che nazionale.

Non solo: ha accettato nuove sfide e nuove traguardi. Lo scorso febbraio ha partecipato ai campionati mondiali con atleti affetti da sindrome di down e ha eseguito un salvamento con un manichino davanti a una giuria internazionale.

Un salvataggio impeccabile

L'allenatore Roberto Cavana è orgoglioso del suo allievo: il papà gli ha riferito che ha eseguito le manovre che gli sono state insegnate in maniera impeccabile per salvare in mare la bambina in pericolo di annegare.

E non è una cosa ovvia o scontata, perché un conto è fare una prova simulata in una piscina con un manichino, un altro dover salvare un essere umano, come di fatto Valerio ha fatto. Una volta a riva, i bagnini hanno abbracciato l'atleta down e si sono complimentati con lui, insieme al padre e alla sorella. Non altrettanto ha fatto la mamma delle bambine salvate che è andata via senza neanche ringraziare.