A gelare le speranze per una svolta nel caso del piccolo Charlie Gard, la telefonata di ieri, 5 luglio, tra il ministro britannico Boris Johnson e il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano.
Il trasferimento del piccolo è impossibile
"Grazie per l'offerta" ha detto Johnson, "ma il bimbo non potrà lasciare l'ospedale di Londra", dove è ricoverato per motivi legali. "Il Papa e Trump ci sono di conforto", avevano detto i genitori inglesi del piccolo accogliendo le offerte di aiuto arrivate dall'ospedale del Vaticano "Bambino Gesù" e dal Presidente americano.
La madre del bambino aveva telefonato direttamente alla struttura pediatrica della Santa Sede, per chiedere che fosse curato li il suo bambino, ma l'ospedale londinese dove è ricoverato Charlie aveva fatto subito sapere che il trasferimento del piccolo paziente era impossibile.
Una malattia rarissima
A contrastare la volontà dei genitori, anche le sentenze del tribunale ordinario inglese e della Corte europea dei diritti umani che autorizzano i medici a staccare la spina e lasciare che Charlie voli via. Il piccolissimo bambino è affetto da una rarissima sindrome di riduzione del contenuto di DNA mitocondriale nelle cellule. Malattia che porta una debolezza estrema in tutti i muscoli che, piano piano, smettono di funzionare.
Charlie non può respirare, deglutire e tantomeno muoversi. La malattia danneggia il cervello, il cuore e gli organi interni in modo irreversibile. Il piccolo vive legato ad una macchina che pompa ossigeno nei suoi polmoni e lo nutre artificialmente.
Raccolti 1 mln e 300 mila sterline
Prima della sentenza i genitori avevano raccolto 1 milione e 300 mila sterline per portare il figlio in un ospedale statunitense dove si effettua una terapia sperimentale.
I giudici però li hanno fermati. In questo disperato countdown che due tribunali hanno fatto già partire, si sono inseriti il Bambino Gesù di Roma e un ospedale americano che si sono offerti di curare il neonato gratuitamente. Ma il rischio da scongiurare ora è l'accanimento terapeutico.
Mariella Enoc, Presidente dell'ospedale Bambino Gesù, è stata molto chiara, "parliamo nel caso di una cura compassionevole", ha precisato, "tutto porta ad escludere una guarigione o miglioramenti della malattia che, a quanto dicono i sanitari, è irreversibile". Si parla quindi di una terapia che possa mantenere il bambino in vita senza dolore.