Non è tutto oro quello che luccica. Se dovessero essere confermati i capi di accusa mossi contro di lui e le donne che gestivano i suoi diritti di immagine, Raoul Bova potrebbe andare incontro a guai seri, insieme alla sorella e alla ex moglie Chiara Giordano. I tre sono stati accusati di frode al fisco per l'ammontare totale di 680 mila euro. Il famosissimo attore romano, idolo di migliaia di donne italiane, addirittura rischia un anno di carcere.

Accusa di frode fiscale per Raoul Bova: rischia un anno

Dopo aver vissuto mesi difficili a causa della separazione dalla ex moglie e dai figli, una nuova brutta tegola è piombata su Raoul Bova.

L'ex nuotatore è stato accusato di aver commesso il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici e trucchi finanziari, considerato di poco inferiore rispetto a quello di evasione fiscale. L'attore ha comunque evaso 680 mila euro, ma sarà chiamato a restituire al fisco anche la bellezza di un milione e mezzo di euro come interessi maturati nel corso degli anni. Se la condanna dovesse essere confermata, l'interprete capitolino potrebbe rischiare un anno di carcere. La sentenza è prevista per la fine del mese di luglio.

La truffa escogitata dalla sorella e dall'ex moglie di Raoul Bova

I rapporti tra Raoul Bova e l'ex moglie Chiara Giordano si sono chiusi ormai da molto tempo, vista la consolidata relazione amorosa (prossima al matrimonio) tra il bell'attore e la star spagnola Rocìo Munoz Morales.

Ma ai tempi di "Scusa ma ti chiamo amore", film campione di incassi che ha aumentato a dismisura la fama di Bova, le cose erano ben diverse. L'ex moglie rischia un anno di reclusione, mentre per la sorella Daniela la pena potrebbe essere anche peggiore, fino ad un anno e quattro mesi di carcere.

Le due donne, secondo quanto portato alla luce dal pm Mario Pesci dopo una lunga inquisitoria, avrebbero gestito in modo truffaldino la società familiare, chiamata "Sammarco Srl", che si occupava dei diritti d'immagine del noto attore.

In che modo? Chiara Giordano e Daniela Bova avrebbero simulato l'esistenza del diritto ad ottenere alcuni sgravi, al fine di ridurre sensibilmente i costi legati alla società. Grazie a questo particolare trucco finanziario, la "Sammarco Srl" ha potuto versare una aliquota più bassa. Il tranello ormai è stato svelato e Bova, insieme alle due donne, rischiano gravi condanne. I soldi e la fama non sempre fanno la felicità, è proprio il caso di dirlo.