I medici inglesi avevano dichiarato da tempo che il bambino non si sarebbe salvato, ma i genitori non si erano voluti arrendere. Oggi, invece, hanno annunciato la loro intenzione di fare un passo indietro: con le lacrime agli occhi, Chris Gard e Connie Yates hanno dichiarato che ormai "Non c'è più tempo" per procedere con la cura sperimentale americana per provare a salvare il loro bambino. Dopo aver lottato per mesi, affinché non fossero spenti i macchinari che tengono in vita Charlie, hanno ritirato la richiesta all'Alta Corte inglese.

"Nessuno di noi può comprendere l'agonia dei genitori", ha detto il giudice Nicholas Francis, il quale ha confermato il verdetto già emesso nel mese di aprile, sottolineando: "ora devono affrontare la realtà, cioè che è nel migliore interesse di Charlie morire".

La parola fine su questa tristissima vicenda pare, quindi, essere stata scritta. Francis ha parlato anche di incomprensioni, elogiando i Gard che, secondo lui, non avrebbero potuto fare di più, ma ricordando anche come l'ospedale abbia fatto tutto il possibile nell'interesse del piccolo paziente, comportandosi correttamente.

Il legale del Gosh, invece, ha rilasciato la seguente, toccante dichiarazione: "I cuori dell'ospedale e del suo personale vanno a Charlie ed ai suoi genitori".

Charlie Gard non può essere salvato

I Gard hanno preso la decisione definitiva dopo che il neurologo statunitense Michio Hirano, ovvero colui che voleva tentare la cura sperimentale, si è rifiutato di applicarla. Il medico è giunto a questa drammatica conclusione dopo aver visitato il bambino e in seguito alla consultazione dell'ultima risonanza magnetica, rendendosi conto che ormai era troppo tardi per intervenire.

Durante queste settimane, i coniugi Gard hanno raccolto circa 1,3 milioni di sterline dalle donazioni per portare il loro piccolo negli States nell'estremo tentativo di salvarlo. A questo punto, quasi certamente il denaro verrà utilizzato per aprire una fondazione che porterà il nome di Charlie, e che cercherà di dare il proprio contributo agli altri genitori che si trovano in situazioni simili.

Il bambino, nato il 4 agosto dell'anno scorso, è affetto da una rarissima malattia genetica. Al mondo, oltre a lui, ci sono soltanto altre 16 persone affette da sindrome da deplezione mitocondriale. Per quanto riguarda il bimbo inglese, è emerso che entrambi i genitori sono, a loro insaputa, portatori sani della patologia che ha iniziato a manifestarsi quando il piccolo aveva raggiunto le prime 8 settimane di vita.

Nei mesi scorsi si è aggiunta un'encefalopatia, e Charlie non è stato più in grado di respirare autonomamente. I Gard hanno davvero tentato di tutto per salvare il figlio, scoprendo che negli Stati Uniti esisteva una terapia sperimentale che sarebbe stata in grado di intervenire sul DNA del bimbo.

In un primo momento, l'ospedale presso il quale il neonato è in cura ha dato il benestare ma, successivamente, a causa di un ulteriore peggioramento delle sue condizioni di salute, i sanitari hanno affermato che non si sarebbe potuto effettuare un trasferimento. Da quel momento è iniziata una battaglia legale che vedeva da un lato il Gosh, secondo cui non rimaneva altro da fare che staccare la spina, e dall'altro i genitori, pronti a lottare fino all'ultimo secondo pur di dare una speranza al loro bimbo. Alla fine, di fronte alla inconfutabilità dei fatti, anche Chris e Connie si sono dovuti arrendere.