Continua il processo d'appello a Massimo Bossetti, giunto ormai alle ultime battute prima della sentenza finale. Il muratore di Mapello, incensurato e padre di tre bambini, è stato condannato in primo grado all'ergastolo con l'accusa di essere il responsabile della morte di Yara Gambrasio. Bossetti fin dal giorno del suo arresto si è sempre dichiarato innocente. La procura di Bergamo, invece, lo ha ritenuto colpevole, nonostante non fosse stata in grado di fugare il "ragionevole dubbio", decantando a gran voce di essere in possesso della prova regina, ovvero il dna di Ignoto 1 su una piccola area degli slip della vittima.
Secondo la pm Ruggeri, il dna di Ignoto 1 corrisponderebbe a Massimo Bossetti.
La perizia del dna già chiesta da Massimo Bossetti in primo grado e mai autorizzata
Il carpentiere di Mapello, fin dal giorno del suo arresto, si è sempre dichiarato innocente ed ha sempre richiesto a gran voce che venisse rifatto l'esame del dna. In primo grado la procura di Bergamo non ha voluto concedere tale prova, ritenendola superflua, come se non fosse il diritto di qualsiasi imputato il poter provare la propria innocenza. La legge Italiana, prevede, infatti, che sia l'accusa a provare la colpevolezza, al di la di ogni ragionevole dubbio. Massimo Bossetti non ha chiesto questo, ha solo chiesto di essere messo in grado di poter provare la propria innocenza.
Siamo adesso giunti alla penultima udienza del processo d'appello a Massimo Bossetti. Anche in appello, così come era accaduto durante tutto il processo di primo grado, il carpentiere continua a dichiararsi innocente e a chiedere che gli venga concessa la perizia sul dna. Tale perizia ormai è richiesta non solo da chi ha sempre creduto nell'innocenza di Bosseti, ma anche da chi pensa che lui sia il colpevole della morte di Yara Gambirasio.
Qualunque fosse il risultato metterebbe la parola fine al processo più chiacchierato della storia italiana, chiudendo per sempre questo bruttissimo capitolo. La mancata concessione della perizia sul dna, invece, lascerebbe sempre dei dubbi sia sulla colpevolezza che sull'innocenza di Bossetti.
Perchè la perizia su dna di Massimo Bossetti deve essere concessa
Sul dna ritovato sugli slip di Yara Gambirasio hanno parlato tutti e dalle carte del processo di primo grado sono emerse delle anomalie che lasciano ampio margine a dubbi e speculazioni. La difesa di Massimo Bossetti non ha mai potuto assistere all'esame del dna, ma ha soltanto avuto accesso ai documenti senza poter far effettuare alcuna perizia di parte. Inoltre gli incaricati dalla Procura per effettuare il test del dna hanno utilizzato dei kit scaduti, che avrebbero potuto dare falsi risultati. Durante le udienze dei giorni scorsi al processo d'appello, il pool difensivo di Bossetti ha presentato delle consulenze di due genetisti di fama mondiale i quali hanno affermato che un dna sottoposto alle intemperie non poteva essere di ottima qualità, come quello ritrovato sui resti della vittima.
Alla luce dei fatti sopra riportati, che sono solo una minima parte di quanto è emerso in questi giorni, speriamo che i giudici concedano la tanto sospirata perizia o che assolvano Massimo Bossetti, permettendo di poter riaprire le indagini e trovare i veri colpevoli della morte della povera Yara Gambirasio. Confidando nel fatto che presidente Fischetti, che vanta una carriera di tutto rispetto, abbia voglia di passare alla storia come colui che ha messo ordine e chiarezza in una vicenda giudiziaria che non ci fa fare bella figura all'estero e che fa passare l'Italia come un paese sprofondato nell'era dell'inquisizione.