Una vicenda che ha sconvolto tantissime persone negli USA e che solo oggi sbarca oltreoceano in occasione della storica sentenza nei confronti di Sammantha Allen, ritenuta colpevole di aver ucciso il suo cugino di soli 10 anni nel 2011. Una sentenza che ha trovato l'unanimità della giuria a causa dell'evidente colpevolezza della donna, la quale in occasione della sentenza ha semplicemente fatto un cenno con la testa, ritenuta dagli addetti ai lavori una donna priva di emozioni e senza alcun tipo di rimorso per quanto procurato alla sua vittima di soli 10 anni.
Una storia di abusi hanno portato alla morte del piccolo
Ame Deal aveva solo 10 anni quando nel 2011 era vittima di numerosi abusi, venuti a galla a seguito delle indagini, procurati dalla cugina Sammantha Allen quale suo carceriere. La Allen, secondo quanto emerso dalle attività investigative condotte in Arizona, a causa di un ghiacciolo si sarebbe indispettita con il giovane e mettendo a segno l'ennesimo abuso, l'avrebbe chiuso all'interno di un baule fino alla sua morte. Il delitto sconvolse l'Arizona ed in tanti, fino alla recente sentenza, hanno chiesto giustizia, pretendendo la massima pena per la cugina Killer.
La giuria ha deciso: Sammantha Allen condannata alla pena di morte
La giuria non ha avuto alcun dubbio ed ha deciso all'unanimità la sentenza per la donna: colpevole di abusi su minore ed omicidio di primo grado.
Dopo ben 6 anni dal tragico evento che ha sconvolto l'Arizona la condanna è massima: pena di morte per Sammantha Allen. Secondo la giuria la Allen avrebbe compiuto il delitto senza provare nemmeno un minimo di risentimento, negando l'evidenza dal primo momento. Nonostante siano passati anni dall'accaduto, non ha provato alcun tipo di pentimento per aver ucciso il cugino che all'epoca dei fatto aveva solo 10 anni ed è stato portato alla morte a causa di un ghiacciolo.
Oltre 50 donne condannate a morte negli USA
Sarebbero oltre 50 le donne spedite nel braccio della morte nei vari stati americani. Nella maggior parte dei casi le condanne a morte arrivano a seguito di delitti derivati da questioni amorose. Relazioni finite male o, nella maggior parte dei casi, una gelosia morbosa che sfocia in una mania omicida.
Secondo una stima effettuata negli USA, non sarebbe possibile eseguire uno studio su tale fenomeno poiché le condannate, una volta varcata la porta del braccio della morte, non hanno contatti sociali fino alla data della loro esecuzione.