Linda Wenzel la scorsa estate era scappata dalla sua casa in Sassonia per aderire allo Stato Islamico, dopo essere stata indottrinata attraverso il web. Era riuscita a falsificare i propri documenti per attraversare le frontiere da sola, senza genitori, pur essendo minore di età. E' entrata in Siria dal confine turco e da li si è spostata in Iraq, dove aveva ufficializzato la propria conversione cambiando nome in Dania o Meriem e sposando un jihadista di origine cecena, che in seguito ha perso la vita in battaglia.

Arrestata ora rischia la pena di morte

Ora che l'Isis sta perdendo progressivamente terreno e l'esercito regolare iracheno sta riconquistando la città Mosul e altre località controllate dall'Isis è stata arrestata, ed è accusata di fare parte della polizia femminile dello stato islamico creata dagli uomini del califfo per verificare che le donne del territorio rispettassero i dettami della sharia. Secondo altre fonti invece sarebbe stata un cecchino. Ma in entrambi i casi rischia la condanna alla pena capitale. In un video diffuso in rete si vede la ragazza visibilmente impaurita trascinata dai militari iracheni tra le grida della gente che assiste alla scena. La diplomazia tedesca sarebbe già all'opera per cercare di rimpatriare la ragazza, anche sotto la spinta dei genitori che da quando era scappata non avevano più avuto sue notizie.

Di seguito il video dell'arresto:

Le ragazzine spose dei jihadisti

Da quando gli uomini di Al Baghdadi hanno conquistato parte della Siria e dell'Iraq proclamando il sedicente califfato diverse ragazzine europee si sono lasciate "affascinare" dalla propaganda dell'Isis e sono partite alla volta dei territori controllati dal califfato, ma una volta raggiunto il sedicente stato islamico il "sogno romantico" venduto loro attraverso la rete si è dimostrato ben diverso dalla realtà.

Sabina Selimovic, 15 anni, e Samra Kesinovic, 17 anni, due adolescenti di origine bosniaca cresciute in Austria secondo i dettami "occidentali" furono tra le prime a rispondere al "richiamo della jihad", ma una volta provato lo stile di vita previsto dalla sharia se ne pentirono, desiderando fare ritorno a casa. La 17enne in seguito fu uccisa a colpi di martello quando tentò la fuga.

L'italiana lapidata in Siria

Anche per una jihadista di origine italiana l'avventura nello Stato Islamico è finita male. Sonia Khediri partita per la Siria da Treviso per sposarsi con un miliziano tunisino è stata lapidata a Raqqa perché accusata di avere avuto dei rapporti extraconiugali. Non si hanno notizie invece di Maria Giulia Sergio, la prima italiana convertita che ha aderito all'Isis. Ha vissuto fino all'anno scorso in una zona militarizzata nei pressi dell'Eufrate, ma è dall'anno scorso che non si hanno sue notizie.