Per risolvere l’emergenza migranti non è prevista la chiusura dei porti italiani, tuttavia se gli scafisti dovessero farsi largo con le armi, i militari italiani potranno rispondere al fuoco. Come si può leggere sull'edizione odierna de La Nazione, l’accordo con il governo libico è stato raggiunto in seguito alla richiesta del presidente Fayez al Serraj, che ha scritto una lettera al primo ministro Paolo Gentiloni, che per il momento non è possibile rendere pubblica per ragioni diplomatiche.

Missione in Libia per aiutare la guardia costiera

Nella missione in libia saranno impiegati alcune centinaia di militari italiani nell’ambito dell’operazione Mare sicuro per contrastare il fenomeno dei migranti impossibili da espellere.

L’operazione è in accordo con il governo libico, come ha fatto sapere il ministro degli esteri Angelino Alfano, mentre il ministro della difesa Roberta Pinotti ha spiegato che la chiusura dei porti e esclusa perché si tratta di un atto ostile. La deterrenza degli scafisti è compito della Libia e l’Italia darà loro solamente un sostegno; la Marina Militare agirà solamente per legittima difesa estesa, ossia usando la forza in maniera proporzionale e limitata. Significa che se i trafficanti di migranti dovessero sparare alle navi della guardia costiera libica per passare, i militari italiani sono autorizzati a rispondere.

Dove andranno i migranti respinti?

Le varie fazioni politiche del Parlamento si domandano dove andranno i migranti in caso di salvataggio in acque italiane.

Fratelli d’Italia e Lega Nord vogliono che siano riportati da dove sono partiti mentre la Sinistra Italiana è contraria alla missione perché sostiene che il governo sia passato dalla linea umanitaria alla linea dura dei pattugliamenti nel mare della Libia. L’Unione Europea e d’accordo con la missione per individuare e catturare le imbarcazioni dei trafficanti di uomini, mentre il Consiglio di Stato intende costringere il governo francese a rivedere il piano varato alcune settimane fa.

Dopo avere vietato l’apertura di ulteriori centri di accoglienza nella parte settentrionale della Francia, il Ministro dell’interno ha annunciato l’apertura di due nuovi centri per raccogliere almeno trecento migranti. I profughi non devono essere trattati in maniera disumana e degradante e lasciati a vagare per le strade e per i boschi, perché in questo modo si aumenta il rischio di ribellioni e intemperanze, come sono avvenute ultimamente con i gravi atti di violenza nei confronti delle forze dell'ordine.