Anche se gli inquirenti non si sbilanciano, nelle loro mani dovrebbero già esserci le fotografie dei quattro presunti autori degli stupri avvenuti a Rimini nella notte tra il 25 e il 26 agosto scorsi. La notizia, naturalmente, ancora non è ufficiale ma, dalle immagini registrate dalle numerose telecamere della zona di Miramare, sarebbero saltati fuori i volti dei presunti colpevoli di questi efferati delitti. Come già emerso da anticipazioni di stampa, gli aggressori della coppia di turisti polacchi e della transessuale peruviana, dovrebbero essere di origine nordafricana.

Fondamentale anche la testimonianza della trans, che ha dichiarato di aver visto in volto i suoi aggressori. Ma vediamo quali sono i 6 elementi in mano alla Squadra Mobile, guidata dal questore Maurizio Improta, e al procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli.

I 6 indizi che potrebbero inchiodare gli stupratori

Fondamentale, per il buon esito delle indagini, si sta rivelando la testimonianza fornita dalla transessuale peruviana (Indizio 1) violentata sulla strada statale, non lontano da Rimini. Sembra che la trans abbia visto bene in faccia i suoi aggressori e sarebbe anche in grado di riconoscerli. La sex worker ha fornito una loro descrizione dettagliata: due avevano la pelle più scura e due più chiara, e anche il loro abbigliamento non è passato inosservato.

Inoltre, dopo la sua supplica disperata di utilizzare il preservativo per stuprarla, solo in due avrebbero deciso di abusare di lei.

Insieme ai particolari forniti dalla peruviana, sono state le telecamere di sorveglianza (Indizio 2) montate su stabilimenti balneari, esercizi commerciali e banche a dare un volto, con molta probabilità, al branco di stupratori maghrebini e a fornire una ricostruzione dettagliata del percorso da loro compiuto quella notte.

Altro elemento in mano agli inquirenti (Indizio 3) sono le impronte digitali lasciate da almeno uno degli aggressori sulla bottiglia di vetro utilizzata per colpire sul naso e tramortire il ragazzo polacco sulla spiaggia del Bagno 130.

Stesso peso probatorio delle impronte, se non maggiore, potrebbero avere le tracce organiche rinvenute nel luogo dello stupro e sugli indumenti della ragazza polacca (Indizio 4).

Da queste, gli uomini della scientifica potranno estrarre il Dna dei colpevoli. Altro particolare messo in luce dalle indagini è il fatto che il branco fosse pratico della zona (Indizio 5). Forse non residente stabilmente a Rimini, ma in grandi città vicine come Bologna. Possibile che i quattro utilizzassero come ‘covo’ un appartamento della zona, o che vi si siano rifugiati anche in questi giorni di serrata caccia all’uomo. Ultimo elemento in mano agli inquirenti è lo studio approfondito delle celle telefoniche (Indizio 6) agganciate alla zona dello stupro in quella tragica notte del 26 agosto.