Anche se le operazioni militari non hanno mai avuto inizio, la guerra tra USA e Corea del Nord è già in piena attività, ma su fronti diversi. Entrambi i Paesi hanno intenzione di raggiungere i rispettivi obiettivi, e stavolta le dichiarazioni del generale americano McMaster non lasciano più alcuno spazio all'immaginazione: gli Stati Uniti ed il presidente Donald Trump starebbero decidendo di organizzare una guerra preventiva nei confronti della Corea del Nord, al fine di contrastare la minaccia nucleare asiatica una volta e per tutte. La strategia statunitense punterebbe a mettere in ginocchio economicamente Pyongyang, per far sì che il Paese nordcoreano soddisfi le richieste avanzate, ossia l'interruzione immediata del programma nucleare.
Avanzata una richiesta al Consiglio di sicurezza
Il generale americano McMaster ha riferito ai media che è pronto un piano di guerra preventiva nei confronti della Corea del Nord. L'alto ufficiale ha riferito che il presidente degli Stati Uniti si è detto stanco delle ripetute provocazioni da parte del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, e che un Paese come gli Stati Uniti d'America non può e non deve sottostare alle continue minacce provenienti da Pyongyang. Nel frattempo gli USA hanno avanzato una richiesta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite al fine di sanzionare la Corea del Nord con un blocco delle esportazioni che priverebbe il paese, già molto povero, di un introito di circa 1 miliardo di dollari.
Kim Jong-un si è detto costretto ad utilizzare le armi nucleari
Sull'altro fronte giungono le dichiarazioni rilasciate da Kim Jong-un ai media locali tempo addietro. Il dittatore si è detto costretto a lavorare al programma nucleare, proprio al fine di potersi difendere dalla prepotenza degli Stati Uniti, definendo la potenza americana come prepotente e conquistatrice.
Il dittatore aveva anche condannato quanto accaduto in Siria, ossia l'operazione militare che ha portato alla distruzione di una base militare russa in seguito ad un attacco del regime di Assad contro i ribelli con presunte armi chimiche.
L'operazione bellica in questione era stata ordinata senza che venisse condotta un'indagine accurata sull'accaduto, proprio com'è avvenuto anni addietro con i regimi di Saddam Hussein e di Gheddafi, entrambi accusati di detenere armi chimiche, strumenti mai trovati nemmeno dopo la caduta di entrambi i dittatori.
Kim Jong-un ed alcuni esperti del settore hanno riferito che, ad oggi, se la Corea del Nord non avesse puntato tutto sul programma nucleare sarebbe già stata sottomessa.
Intanto il presidente Moon resta a guardare
Tra i paesi più a rischio in caso di conflitto con Pyongyang c'è la vicina Corea del Sud che, nonostante il neo-eletto presidente Moon abbia avanzato in più occasioni delle richieste di pace, aprendo uno spiraglio per un ricongiungimento dei rapporti commerciali con la capitale nordcoreana, si è visto respingere la sua apertura a suon di test di missili intercontinentali.
Se i missili ICBM in dotazione alla Corea del Nord possono trasportare testate nucleari e raggiungere obiettivi come Alaska, Hawaii e Stati Uniti, pare che sulla capitale sudcoreana siano puntati circa 13.600 cannoni e sistemi lanciarazzi, che sarebbero in grado di distruggere Seul e tutti i suoi abitanti nel giro di mezz'ora.