In occasione della puntata di "In onda" su La7 di questo venerdì 18 agosto è intervenuto Mario Mori, già graduato dei Carabinieri, ex comandante del ROS ed ex direttore del SISDE, il quale all'indomani dell'attentato di Barcellona si è soffermato sui temi del terrorismo e della sicurezza sul territorio italiano. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

'Ecco le ragioni per le quali l'Italia non è stata colpita dal terrorismo'

In merito a una domanda specifica sul perché l'Italia non è ancora stata vittima di attentati terroristici, Mario Mori ha spiegato: "Non è stata una questione di fortuna: noi come Italia abbiamo una storia diversa rispetto agli altri paesi europei.

In particolare abbiamo una storia coloniale molto ridotta nel tempo e nello spazio; altri paesi come Francia, Belgio, Inghilterra o Spagna hanno oggi la seconda e terza generazione di immigrati, quindi con passaporto e cittadinanza di quel paese. Noi invece abbiamo una scarsa frequenza di cittadini provenienti dal mondo musulmano e pochissimi fra costoro hanno la cittadinanza italiana. Solo 250 mila persone su 1 milione e mezzo hanno infatti la cittadinanza. Questo cambia il fatto che i controlli sono più facili. Noi rispetto ad altri paesi abbiamo la possibilità di espellere più facilmente persone pericolose. Poi noi abbiamo una struttura sociale articolata e diffusa: ci sono più centri sul piano produttivo, economico e commerciale e questo ha consentito lo sparpagliamento sul territorio delle popolazioni che arrivano; questo ha permesso che non ci creasse una concentrazione come a Molenbeek o a Marsiglia e quindi il controllo è più facile.

Il controllo generale del territorio è più semplice, a questo le forze dell'ordine poi contribuiscono con un'eccellente polizia di prevenzione":

Alla domanda sulla possibilità che ci sia un'analogia fra il modo di combattere il terrorismo odierno e quello degli anni '70, Mori ha detto: "Dal punto di vista ideologico no, mentre sul piano militare le tecniche sono identiche.

La tecnica principale che usava Dalla Chiesa era la seguente: si individua un soggetto che si ritiene facente parte del gruppo terroristico, non lo attacco subito ma lo seguo perché voglio capire il complesso delle sue relazioni e quindi creare la possibilità di attaccare tutta l'organizzazione e non il singolo. Questa tecnica vale contro la criminalità organizzata e contro il terrorismo".

'Le Moschee riconosciute possono gestire i fedeli in modo positivo, ma attenzione al livello culturale di certi Imam'

Sulla presenza delle Moschee nel territorio italiano, Mori ha detto: "Io sono dell'idea che le Moschee una volta che siano registrate e riconosciute dalle autorità pubbliche, hanno la funzione di inquadrare i fedeli di religione musulmana e quindi gestirli in senso positivo. Fatto salvo che gli Imam siano persone selezionate. Anche se purtroppo oggi giorno l'Imam medio presente in Italia non fa parte dell'élite del mondo musulmano ma anzi ha un livello culturale medio-basso, quindi fa un tipo di predicazione deformata che può essere anche pericolosa"

'Molta attenzione delle forze dell'ordine su Roma, Firenze e Venezia; Minniti bene come Cossiga'

Tornando su quali potrebbero essere le eventuali mete italiane dei terroristi, Mori ha indicato Roma, Firenze e Venezia: "Colpire queste città sarebbe simbolico e credo che su queste città ci sia un'attenzione maggiore da parte delle forze dell'ordine, rispetto ad esempio a Cesena o Piacenza che dall'altra parte del mondo non sanno neppure dove si trovano.

Però Roma credo che sia meno vulnerabile in quanto molto presidiata rispetto alla media nazionale, quindi credo che i rischi siano minori". Sul lavoro che sta facendo il ministro Minniti, Mori ha dichiarato: "Io penso che l'Italia abbiamo avuto solo due ministri dell'Interno: Francesco Cossiga e Marco Minniti". Infine sul ruolo dei servizi segreti italiani, Mori ha detto: "Noi abbiamo un'eccellente polizia di prevenzione, ho invece qualche dubbio sulla complessiva efficienza dei nostri servizi rispetto ad altri europei: io metto al primo posto quello inglese, poi i russi e i francesi, per non parlare di quello israeliano che è tutto un mondo a sé".