Rimini. Nemmeno il fatto di essere evidentemente incinta l’ha risparmiata da una serie di insulti razzisti e, soprattutto, di botte che le hanno tolto il respiro e le hanno fatto temere per la vita del bambino che porta in grembo. L’esecrabile episodio è avvenuto poche sere fa in un autobus della capitale delle vacanze della Riviera romagnola. Due giovani italiani, una coppia formata da un ragazzo di 22 e dalla sua compagna di 19 anni, hanno cominciato a gridare parole di fuoco e minacce contro una donna di colore sudafricana di 39 anni che stava andando al lavoro e non ha potuto difendersi dalla loro furia.

Poi, non contenti l’hanno picchiata davanti ai passeggeri che non hanno mosso un dito per fermare il pestaggio. Solamente l’autista si è fermato il bus e ha aperto le porte. Ma non è servito a nulla: i due giovani che sono anche padre e madre di un bambino di pochi mesi sono scesi e hanno continuato a percuotere senza pietà la sudafricana fino a quando sono giunti gli agenti della polizia che hanno comunque faticato per riportare la situazione alla calma.

Gli arresti dopo l'intervento della polizia

Calma, si fa per dire perché sembravano due indemoniati che hanno urlato di tutto contro una donna che non li aveva disturbati nel modo più assoluto e se ne stava in silenzio in evidente stato interessante, di sei mesi.

Ora dovranno pagare il loro conto con la giustizia. Il 22enne è stato arrestato mentre alla 19, madre del bimbo, sono stati concessi gli arresti domiciliari in attesa di dipanare il caso con un regolare processo. Ma le ferite, sulla pelle e morali, non si rimarginano.

Il Comune si costituirà parte civile

Davvero un brutto biglietto da visita per la città di Federico Fellini nonostante il sindaco Andrea Gnassi abbia chiamato la 39enne sudafricana e le abbia assicurato che il Comune si costituirà parte civile.

L’indice di sopportazione per la presenza di persone di origini africane è diminuito moltissimo in Emilia Romagna negli ultimi tempi, gli insulti a chi chiede elemosina si moltiplicano, ma qui si è passato di molto il segno. Del resto, c’è chi soffia sul fuoco dell’intolleranza in vista delle elezioni politiche della primavera del 2018. Pare che sia una delle questioni in cima ai problemi dei cittadini e si vuole sfruttarla fino in fondo. Chi si oppone, anche italiano, viene a sua volta sottoposto alla gogna nei social. Il risultato però è che alcuni di questi perennemente arrabbiati per motivi loro si stanno trasformando in “belve”.