Una domanda pesante, messa su Facebook e destinata ad avere una grande eco. Ovvero un paragone fra i morti sulla coscienza che ha Totò Riina, fino alla morte indiscusso capo della mafia siciliana che si è sempre detto orgoglioso della la strage di Capaci di cui fu vittima il magistrato Giovanni Falcone, ed Emma Bonino, esponente del partito radicale che ha speso gran parte della sua vita a favore della possibilità di abortire da parte delle donne. Le parole, messe nero su bianco sui social, sono di un prete bolognese, don Francesco Pieri, che è docente alla Facoltà di teologia dell’Emilia-Romagna il quale si è guadagnato pure qualche "mi piace" da altri prelati.
Un paragone a dir poco ardito in un paese come l’Italia dove la legge che prevede la possibilità di abortire, per di più confermata da un referendum, ha più di trent’anni di vita.
L'aborto sarebbe paragonabile agli omicidi e alle stragi ordinate da Riina
Ma, incredibilmente, secondo don Pieri che ricorda come nel Concilio Vaticano II l’aborto fu messo al pari con altri reati terribili, dal punto di vista morale non ci sarebbero differenze fra Riina e la Bonino. Quindi fra un capo della criminalità organizzata che ordinò omicidi a decine e non se ne pentì affatto fino alla morte, e una personalità rispettata nel mondo della politica, che ha difeso la possibilità delle donne di abortire con la legge 194.
Non un incentivo ad abortire, sia chiaro, ma per l'appunto una possibilità per le donne che non ricorrono quasi mai all’aborto con faciloneria, ma solamente per motivi molto gravi.
Scattano le polemiche favorevoli e contrarie
Una frase del genere, non poteva non scatenare molte polemiche. Sul tema, sono intervenute parecchie persone come la senatrice Pd Francesca Puglisi, presidente della commissione contro il femminicidio, che ha difeso su tutta la linea Emma Bonino e si è chiesta se un prete del genere sia davvero adatto all’insegnamento.
Le difese di don Francesco Pieri sono invece state prese con grande enfasi dal “Popolo della Famiglia”. Tale movimento sostiene che il parroco sarebbe stato vittima della gogna mediatica per il semplice motivo di non essere per nulla d’accordo con la legge che permette l’aborto. Ma se era solamente questo, probabilmente c’erano altri modi e soprattutto ben altre parole per esprimere un concetto da parte di un prete che è anche titolare di una cattedra di teologia.