Oggi, 26 settembre 2017, ricorrono esattamente venti anni dal forte Terremoto che colpì le Marche e l'Umbria. Di seguito vediamo meglio cosa successe in quei drammatici giorni nelle due regioni del centro Italia.

Il 26 settembre '97 il terremoto nelle Marche e in Umbria

Magnitudo 6.0 sulla scala Richter, quella per la misurazione dell'energia sprigionata. 9° grado della scala Mercalli per i danni riportati. Lo sciame sismico era iniziato, costante e silente, circa 6 mesi prima con scosse di lieve entità.

Già nell'estate del '97 la Protezione Civile predispose delle tendopoli percependo che quella reiterazione di eventi sismici lasciava presagire l'arrivo di movimenti tellurici di più importanti dimensioni.

Il punto della previsione dei terremoti è certamente un mistero, ma quello della prevenzione no, e quello di vent'anni fa è un esempio di come il buon senso, il fiuto della sopravvivenza è quasi sempre utile, a costo di sembrare esagerati. Il 26 settembre 1997 alle 02.33, con epicentro a Cesi, la terra tremò.

I radiogiornali iniziano a raccontare delle prime vittime e dei comuni di Foligno e di Nocera Umbra, dove risultò inagibile circa l'85% degli immobili. Franco Barberi, sottosegretario alla Protezione Civile, convinto che quella notturna fosse la scossa più importante, dichiarò inverosimile l'eventualità di una più forte. Ed invece alle 11.42 ecco il maggiore evento registrato nello sciame di quel settembre maledetto, aumenta il numero delle vittime seppur contenuto dalla scelta di tenere chiuse le scuole.

Nella Basilica di San Francesco d'Assisi furono quattro le vittime intente ad effettuare un sopralluogo, con danni agli affreschi di Giotto e del suo maestro Cimabue. Nella mente di tutti il video del crollo in diretta, in rotazione su tutti i canali televisivi e quel frame di polvere e calcinacci impresso nelle prime pagine.

Una nuova forte scossa di magnitudo 5.7 si ripresentò a circa un mese di distanza, il 14 ottobre 1997, con epicentro tra Sellano e Preci andando a colpire nuovamente e ad aggravare la stabilità e l'agibilità delle abitazioni già martoriate il 26 settembre.

Le spese per la ricostruzione

Furono spesi circa 35 milioni di euro solo per il restauro della Basilica di Assisi, mentre per i circa 33.000 interventi di soccorso furono previsti approssimativamente 8 miliardi di euro di spesa.

Molti sfollati a distanza di due decenni vivono ancora in abitazioni in legno, sostitutive dei container di prima accoglienza messi a disposizione nei giorni immediatamente successivi al sisma. Tuttavia, secondo i dati dell'Osservatorio sulla ricostruzione della Regione si tratta del 3% delle persone che persero la casa nel 1997.

L'ammontare complessivo rappresenta una spesa di 5 miliardi di euro. Un problema quello della prevenzione e gestione dei fenomeni sismici nella penisola italiana ancora oggi amaramente d'attualità, stante l'incapacità di fare tesoro della memoria, come dimostrano le oltre 300 vittime del sisma di un anno fa tra Amatrice ed Accumoli.