Lecce. Un altro femminicidio. E stavolta non c’entrano niente gli immigrati come accaduto a Rimini o addirittura i Carabinieri come in via di accertamento a Firenze ai danni di due turiste. Stavolta il colpevole è il fidanzato di una ragazza di 16 anni, Noemi Durini, che era scomparsa domenica 3 settembre a Specchia. Il giovane ha confessato dopo essere stato messo a lungo sotto torchio dai carabinieri che lo avevano subito individuato come il più probabile colpevole nonostante continuasse a dare la stessa versione dei fatti da quasi due settimane.

Una versione poco credibile, ovvero quella di averla salutata all’alba del 3 settembre vicino alla casa di lei e di non aver poi saputo più nulla.

Ancora una volta un maschio non è riuscito a controllare la sua delusione

Dunque si tratta di un italiano, un 17enne minorenne che era il compagno della ragazza come avviene troppo spesso, anzi nella maggioranza dei casi quando i maschi non riescono ad accettare e a farsi una ragione della fine di un rapporto di amore appena sbocciato. Vero è che a quell’età, quando si è in piena adolescenza, si tende a drammatizzare e a esagerare tutto, ma pensandoci bene a 17 anni si è appena all’inizio della vita sentimentale e un insuccesso non dovrebbe far perdere la testa a quel modo.

Si possono trovare tante altre giovani con le quali intraprendere un rapporto sentimentale. Invece no, lui la voleva solamente per sé stesso nonostante il rapporto fosse tormentato tanto che i genitori di Noemi avevano ripetuto più volte alla figlia di lasciar perdere al più presto quel giovane strano, dai modi piuttosto duri e all’antica.

I genitori di Noemi avevano detto più volte alla figlia di lasciare il compagno

L’ex fidanzato aveva nascosto il corpo della 16enne in un pozzo sotterrandolo con parecchi sassi in modo che non fosse visto. Ma nel momento nel quale non è più riuscito a mentire, ha deciso lui stesso di accompagnare i militari dell’Arma nel Comune di Castrignano del Capo, in una zona di campagna non lontana dove era arrivato il 3 settembre ancora favorito dal buio a bordo della sua Fiat 500 sulla quale erano già stati fatti accertamenti importanti.

Ora si spera che anche per lui, benché minorenne, venga applicata una pena esemplare e certa, addirittura più severa di quella che chiedono a gran voce i partiti, a cominciare dalla Lega Nord, per i quattro giovani provenienti da paesi africani già arrestati e colpevoli dello stupro di una turista polacca e di una transessuale peruviana a Rimini. La giustizia è uguale per tutti, sta scritto nelle aule di tribunale.