Alta tensione nella penisola coreana, ma farebbe notizia il contrario. I bombardieri americani si sono levati in volo sui cieli sudcoreani, non molto distanti dal 38° parallelo che segna il confine con il nord comunista. Nulla di nuovo, lo Stato maggiore di Seoul ha parlato di "esercitazione di routine". Più che altro i due velivoli a stelle e strisce hanno simulato un attacco terra-aria, suona un pò come un nuovo monito nei confronti dell'isolente dittatore di Pyongyang. Il quale, da dittatore moderno ed al passo con i tempi, è consapevole che oggi che le guerre si combattono anche su altri fronti oltre a quello militare.
Cyber-attacco alla rete elettrica USA
Secondo una notizia riportata in esclusiva dalla NBC News e ripresa da Euronews, gli hacker nordcoreani avrebbero tentato di attaccare la rete elettrica statunitense, infiltrandosi nei sistemi delle compagnie del comparto. A renderlo noto è un report della compagnia di sicurezza FireEye, la stessa che il mese scorso aveva lanciato l'allarme circa il pericolo che il regime, sempre attraverso canali informatici illegali, stava accumulando bitcoin ed altre valute criptate per aggirare in qualche modo le pesanti sanzioni economiche imposte dall'ONU. In questo caso, i pirati informatici hanno cercato di violare i sistemi con e-mail contenenti malware. Secondo i dati in possesso da FireEye, non c'è alcuna prova dell'esito di quest'attacco, ma certamente l'azione è direttamente connessa alle attuali tensioni tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti.
Un esercito di hacker
Sarebbero parecchi gli hacker che lavorano per il governo nordcoreano, un vero e proprio esercito di pirati informatici. Secondo stime ufficiose sono circa 6.000, tra Cina, Corea del Sud ed altri Paesi confinanti. Il presunto attacco alla rete elettrica statunitense non è nemmeno il primo crimine informatico di Pyongyang di cui si ha notizia.
Tre anni fa ci fu l'attacco alla 'Sony', da considerare come una sorta di ritorsione per 'L'intervista', il film del 2014 diretto da Evan Goldberg e Seth Rogen ed interpretato da James Franco, in cui il protagonista è un noto conduttore televisivo che ha l'opportunità di intervistare Kim Jong-un, ma in realtà viene poi avvicinato dalla CIA che gli chiede di ucciderlo.
Il regime, ovviamente, non gradì per nulla la trama e l'attacco informatico alla Sony sarebbe da interpretare come una vendetta. Ma in questi anni, FireEye ha documentato tentativi di infiltrazioni degli hacker al servizio di Kim nei confronti della rete elettrica sudcoreana e delle forze armate, oltre a quello ai danni della Banca Centrale del Bangladesh in cui sono stati sottratti fondi per oltre 80 milioni di dollari.
Le reazioni
Questo aspetto della contrapposizione internazionale tra Washington e Pyongyang preoccupa non poco i responsabili della sicurezza. "Non ci lascia tranquilli la capacità nordcoreana di colpire enti finanziari anche nel cuore dell'America", ha commentato in proposito Dmitri Alperovitch, co-responsabile dell'agenzia di sicurezza informatica CrowdStrike.
In tal caso, il regime di Kim Jong-un starebbe mirando molto in alto. "Stanno lavorando per avere la capacità di arrecare danni alla nostra rete elettrica, ma anche ai nostri sistemi pubblici e finanziari", è il parere dell'ex assistente dell'FBI, Frank Figliuzzi.