Lui è stato uno dei portieri più longevi, a livello di militanza, nella storia recente del Torino, pur vedendo il campo in una manciata di occasioni, 32 per l’esattezza, in nove stagioni, dal 1978 al 1987, come riserva di Giuliano Terraneo prima e di Silvano Martina poi. Ora però per Renato Copparoni le sirene del grande calcio si sono spente da un pezzo e ad aprirsi è stata invece proprio malgrado la porta dei guai giudiziari.

Appalto galeotto

L’ex portiere, tra le altre anche di Cagliari e Verona, è infatti agli arresti domiciliari dopo essere stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Cagliari, insieme a quattro presunti complici.

Alla base, un’inchiesta per corruzione relativa ad un impianto di produzione di energia rinnovabile in provincia di Nuoro: Copparoni e gli altri arrestati, fra i quali figura anche Davide Galantuomo, ex presidente dell’Ente acque Sardegna ed ex sindaco di Quartu Sant’Elena, avrebbero infatti pagato una tangente pari a circa 90.000 euro al fine di aggiudicarsi l’appalto da 9.5 milioni per la progettazione ed esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare.

Copparoni o l'eterno secondo

Classe ’62, Copparoni ha vissuto una lunga carriera nel mondo del calcio, secondo molti osservatori inferiore alle proprie qualità, una carriera caratterizzata dall’essere arrivato in due piazze come Cagliari e Torino con un attimo di ritardo rispetto agli anni d’oro, quelli dello scudetto: in Sardegna, propria regione natale, Copparoni è infatti approdato nel 1973, tre anni dopo lo storico tricolore conquistato da Riva e compagni, come riserva di Albertosi, mentre l’arrivo in granata risale al 1978, ovvero due anni dopo lo scudetto e uno dopo lo storico campionato dei 50 punti, di fatto canto del cigno del rivoluzionario Toro di Gigi Radice, che da quella stagione non sarebbe più stato competitivo per i primissimi posti.

Il Toro e la grande occasione mancata

A volerlo al Toro fu proprio Radice, eppure in granata, pur legando da subito con ambiente e tifosi, Copparoni non riuscì mai a riscuotere la fiducia per farsi lanciare come titolare: dopo l’addio di Martina a causa di qualche dissidio di troppo con l’allenatore, la carriera di Copparoni visse un bivio potenziale nel 1987, ma in luogo di dare fiducia a un 35enne mai titolare in A, eccezion fatta per mezza stagione al Toro nel 1986 e una al Cagliari nel ’75 chiusa con la retrocessione, la società preferì acquistare il giovane Fabrizio Lorieri (come successe a Cagliari nel 1974, quando alla cessione di Albertosi seguì l’acquisto dei rossoblù di William Vecchi, poi storico preparatore dei portieri del Milan di Ancelotti).

A quel punto il portiere sardo, già vicino all’addio al Toro a metà anni ’80 per indossare la maglia del Catanzaro (da dove sarebbe curiosamente arrivato il vice di Lorieri per una stagione, Alessandro Zaninelli), fece le valigie in direzione Verona per un’ultima stagione in Serie A, pure qui però con poche soddisfazioni, nel ruolo di vice del compianto Giuliano Giuliani: una sola presenza, contro la Sampdoria, l’ultima di una carriera che sarebbe poi proseguita come preparatore al Foggia e poi alla Lazio, in Serie A, chiamato nello staff di Mimmo Caso nella prima Lazio di Lotito. L’esonero del tecnico campano segnò la fine dell’avventura nel calcio di Copparoni, che si dedicò poi alla propria attività di assicuratore in Sardegna.